Bologna, 19 ottobre 2023 – Il Po, il Rodano. Le aree del Delta. Il Veneto, la Camargue. Cosa unisce realtà a centinaia di chilometri di distanza? I grigi. Della Camargue o del Delta. Che parlano di territori che hanno moltissimo in comune e un tesoro a quattro gambe da conservare.
«C’è più di un filo che collega la Brussa, il Delta del Po e la Camargue. La bellezza e l’estrema somiglianza dell’ambiente naturale ma anche i cavalli che lo popolano. Nell’incantevole oasi naturalistica di Vallevecchia, infatti, nel 2022 è partito il progetto finalizzato alla rinaturalizzazione del Cavallo del Delta, che ha lo scopo di aumentare il numero effettivo di questa specie, anche attraverso la ricostruzione dell’habitat tipico del suo diretto ascendente: il Cavallo Camargue. Dopo un anno e mezzo dall’avvio del progetto ci sono già stati i primi fiocchi azzurri e rosa. Sono nati, infatti, i primi puledri, 2 femmine e 1 maschio, e nelle prossime settimane dovrebbero partorire altre 4 cavalle». A parlare è un grande appassionato di cavalli e anche il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia.
L’occasione per questo palcoscenico è stato offerto dalla visita di Zaia all’azienda pilota e dimostrativa di Vallevecchia, tra Caorle e Bibione (Venezia), proprietà della Regione Veneto e gestita da Veneto Agricoltura.
Veneto in prima linea per la conservazione
Da un’indagine condotta dall’Associazione Regionale Allevatori del Veneto, nel 2021 i capi totali in regione erano 16 capi (7 fattrici e 9 stalloni), presenti in 10 allevamenti nelle province di Padova, Rovigo, Venezia, Vicenza e Verona. Nel 2022 il nuovo nucleo è salito a 26 soggetti e, con le nuove nascite di settembre 2023, la popolazione è salita a 29 capi.
«L’azienda sorge su l’ultimo grande sito costiero non urbanizzato dell’alto Adriatico spiega il Governatore -. Occupa una superficie totale di circa 800 ettari, quasi la metà è rappresentata da aree di grande valore naturalistico: pineta e boschi planiziali litoranei, siepi, zone umide. Nell’area vive la mandria di cavalli, composta da uno stallone e nove fattrici che vengono monitorati quotidianamente con lo scopo di far diventare questo sito un vero e proprio osservatorio in cui valutare, in modo scientifico, la moltiplicazione di soggetti della stessa razza equina e contrastare il pericolo di estinzione».
Un patrimonio su cui vigilare
Il Cavallo del Delta, insieme al CAITPR, al Norico e al Maremmano, è una delle razze equine riconosciute in Veneto. Ed è in pericolo di estinzione. Attualmente in Veneto ci sono 10 allevamenti di piccole o piccolissime dimensioni (in media 2 capi per allevamento) che garantiscono la conservazione della razza. La realizzazione di un nuovo nucleo di conservazione oltre a rafforzare il numero di allevamenti e relativi capi presenti in Regione, avvierà un processo di rafforzamento del patrimonio.