Bologna 2 gennaio 2021 – Le produzioni della Bbc, soprattutto i documentari, sono celebri nel mondo per la loro bellezza. Se alla reputazione della rete britannica si aggiunge la competenza di una ricercatrice, l’imponenza dei cavalli e la passione, ecco pronta la ricetta per qualcosa di veramente speciale.
Clydesdale: Saving the Gretest Horse è andato in onda su Bbc Scotland il 30 dicembre scorso e sicuramente può essere annoverato tra quei documentari che vale la pena di cercare e rivedere. E per chi ne ha voglia, c’è tempo fino alla fine di gennaio per rivederlo in replica sul web CLICCANDO QUI.
Ma veniamo al cuore della faccenda. I Clydesdale sono inseriti nell’elenco delle Razze Rare con la classificazione di ‘vulnerabili’. Da quando hanno perso il proprio ruolo di eccelsi collaboratori nella trazione animale, questi giganti infaticabili sono stati via via sempre più trascurati. Dalle colline della Clyde Valley che si pensa abbiano dato loro i natali, la dottoressa Janice Kirkpatrick ha dovuto arrivare fino in Canada per rintracciare una importante linea materna, oramai persa nel Regno Unito.
Un tempo numerosi in Scozia, i Clydesdale furono riconosciuti ufficialmente come razza nel 1826. E che razza! Nel 1911 pare che uno stallone di particolare prestanza, sia stato venduto per l’equivalente attuale di 1 milione di sterline ed esportato a scopo allevatoriale in diversi paesi.
«Sapere che un cavallo di tale valore, scientifico ed equestre, sia oggi a rischio di estinzione è qualcosa che mi fa letteralmente impazzire – ha dichiarato la dottoressa Kirkpatrick, che ha proposto il suo documentario alla Bbc con un duplice scopo. Da una parte promuovere ‘l’immagine’ di questi portentosi cavalloni. Dall’altro creare la sensibilizzazione che serve per dare il via a un progetto di conservazione, che vedrebbe il proprio centro operativo a Glasgow.
«L’idea è creare un polo per tutto ciò che riguarda i Claydesdale – racconta la Kirkpatrick – con una banca genetica, una scuola di mascalcia, un museo per la conservazione dei finimenti e degli attrezzi usati negli attacchi da lavoro in cui questi cavalli sono stati collaboratori insostituibili. Inoltre, questo ‘polo’ monotematico potrebbe funzionare come attrattiva locale e creare un ritorno sul territorio».
Il cavallo che aiuta l’uomo. L’uomo che aiuta il cavallo… E la storia continua
Photo©MFusetti