Bologna, 30 luglio 2022 – Una colonia spagnola fantasma, un’isoletta sulle coste del Maryland, reperti dimenticati nei polverosi archivi di un museo… Ci sarebbero tutti gli ingredienti per un giallo storico e invece… È tutta scienza.
Tutto inizia con uno studio post-dottorato di Nicolas Delson, ricercatore al Museum of Natural History della Florida.
Nel tentativo di capire come il bestiame fosse stato addomesticato nelle Americhe, Delsol si è messo sulle tracce delle informazioni genetiche conservate in denti vecchi di secoli e provenienti da siti archeologici.
Ma il caso ha dato prova, come racconta Delsol stesso, di governare anche la scienza… «Stavo sequenziando il DNA mitocondriale di denti di mucca fossili per il mio dottorato e, analizzando le sequenze, mi sono accorto che c’era qualcosa di molto diverso in uno degli esemplari».
Questo perché l’esemplare in questione, un frammento di un molare adulto, apparteneva a un cavallo.
Il più antico delle Americhe
Il dente incontrato casualmente dagli studiosi è stato recuperato in uno dei primi insediamenti colonizzati dalla Spagna. Proverrebbe da Puerto Real, porto di scalo verso i Caraibi, di grande importanza situato sull’isola di Hispaniola. Abbandonato perché facile preda per i pirati, Puerto Real fu distrutto nel 1579 circa dagli stessi spagnoli. La natura dei luoghi e il tempo si impossessarono dei resti della città fino a quando vennero riportati alla luce da William Hodges nel 1975. Gli scavi archeologici del sito, condotti dalla curatrice del Florida Museum, Kathleen Deagan, sono stati condotti tra il 1979 e il 1990.
È esattamente da questi scavi, tra i reperti, che è arrivato il dente di cavallo di Delson. Ma attenzione. Mai tirare conclusioni troppo lineari…
Se è storicamente noto (come scritto e rappresentato in molte opere d’arte) l’apporto dei cavalli spagnoli nelle Americhe, la sorpresa più grande dello studio di Delson riguarda il fatto che il dente misterioso, e quindi i cavalli che vivevano a Puerto Real, non avevano come parenti più stretti proprio gli Spagnoli che vivevano là circa 500 anni fa.
Il DNA sequenziato nel dente è semmai più prossimo a quello di equidi che hanno vissuto a oltre 1600 chilometri di distanza, sull’isola di Assateague, al largo delle coste del Maryland e della Virginia.
Su come però questi cavalli siano arrivati sull’isola di Assateague ci sono solo ipotesi.
Dal Maryland ai Caraibi
La più attendibile è quella proposta dal National Park Service. I cavalli sarebbero stati portati nel 1600 dai coloni inglesi dalla terraferma nel tentativo di eludere le tasse sul bestiame e le leggi sulle recinzioni.
Altri ritengono che le mandrie di Assateague discendano da cavalli sopravvissuti al naufragio di un galeone spagnolo e che abbiano nuotato fino a riva.
Fino ad oggi, le prove a sostegno di entrambe le teorie sono state poche. E poco o nulla si sa del loro passaggio dall’isola di Assateague a quella di Hispaniola. Anche se in questo caso è facile immaginare che il passaggio dei galeoni spagnoli sia una spiegazione plausibile.
Delsol, una sorta di Indiana Jones della genetica, intanto prosegue le sue ricerche tra i reperti. Spera che futuri studi sul DNA antico aiutino a decodificare la complessa storia delle introduzioni e delle migrazioni di equini avvenute negli ultimi secoli e offrano una comprensione più chiara dell’attuale diversità dei cavalli selvatici e domestici.
Lo studio, pubblicato sotto una Licenza Creative Commons può essere letto in versione integrale (in inglese) QUI