Estate 1967, Needham, Massachusetts. Tony e Jeff Whittemore, rispettivamente 8 e 11 anni, vogliono andare a vedere la famosa Esposizione Universale che quell’anno si teneva a Montreal, Québec (Canada).
Ma la famiglia non poteva permettersi quel viaggio: non avevano la possibilità economica e neanche lavorativa di poter realizzare il sogno dei due bambini e portarli a vedere le meraviglie di questo evento così unico.
Cosa fare? Rinunciare al sogno e abbandonare la possibilità di fare questo viaggio?
Fortunatamente per tutti noi, esistono i cavalli. Spesso la realizzazione di un nostro sogno passa attraverso la storia di un cavallo. In questo caso sarebbe meglio dire di un pony: un piccolo pony di nome King.
Davanti al no perentorio dei genitori, Tony e Jeff non si sono certo persi d’animo ma hanno chiesto aiuto a King, che, a sua volta, non si è certamente tirato indietro.
E così, Tony, Jeff e King, equipaggiati con un calessino da pony su due ruote, sono partiti, nel più totale disappunto di tutta Needham che riteneva impossibile che questo improbabile trio potesse affrontare un simile viaggio.
Ora, dobbiamo dire che tra Needham e Montreal ci sono circa 325 miglia, ossia ben 525 Chilometri e stiamo parlando di un’area non propriamente facile dal punto di vista climatico, seppur fosse estate, con improvvise intemperie all’ordine del giorno, senza poi parlare dei vari pericoli sparsi e di varia natura su tutto l’itinerario.
Pensate che i genitori di Jeff e Tony fossero degli incoscienti a lasciare andare così all’avventura due bambini? Come la madre ha spesso risposto alle varie interviste: “non erano soli, c’era King con loro e io gli ho insegnato a prendersi cura di lui: cura e controllo dei piedi, toelettatura, alimentazione, l’abbeveraggio, il riposo, ecc…”
Finché King non avesse problemi, non c’era realmente da preoccuparsi, li avrebbe portati a destinazione (e se non ci credete il sito https://ponyboys.net/).
Ma come sappiamo, una notizia un po’ originale non ha bisogno di troppo tempo per volare veloce di paese in paese, e così in breve tutti i giornali del nord America riportarono la notizia del viaggio dei due bambini: ad ogni città che attraversavano c’erano sempre più persone ad accoglierli, finché questi gruppi di accoglienza diventarono una vera e propria folla. Sconosciuti di ogni dove, gli aprirono le porte e cancelli per farli passare la notte mentre si dirigevano verso nord.
Quando il trio arrivò a Montreal furono accolti dal reggimento ufficiale a cavallo della Royal Canadian Mounted Police con una folla di persone che li acclamarono e celebrarono, riservando un particolare trattamento a King che fu coccolato come un vero re. Tutti noi ci chiediamo: possibile che non ci siano stati problemi o incidenti durante questo lungo viaggio? Certo che ce ne furono, i bambini non furono risparmiati da improvvise corse dal veterinario o dal maniscalco, ma non sono le difficoltà che noi oggi vogliamo ricordare, ma semplicemente vogliamo ripensare ancora una volta alla fortuna che abbiamo nell’avere al nostro fianco questi compagni di vita che ogni giorno ci aiutano a precorrere la strada verso i nostri sogni.