Pinerolo, 27 marzo 2017 – Il Presidente del Senato Pietro Grasso era ieri a Pinerolo in occasione delle commemorazioni dell‘eccidio di Cumiana (51 uomini uccisi dai tedeschi per rappresaglia dopo una azione partigiana contro un reparto di SS italiane), e anche il Museo dell’Arma di Cavalleria ha avuto l’onore di una sua visita.
Scortato dal colonnello Fulvio Marangoni, comandante del Comando Militare Esercito Piemonte, dal Direttore del Museo tenente colonnello Paolo Caratori, e dalla senatrice Magda Zanoni il Presidente Grasso ha ricordato l’importanza della Cavalleria nella storia dell’Unità d’Italia e quella del Museo stesso nel consolidare e tramandare tradizioni e sentimenti “di coloro che di questa unita’ sono stati protagonisti”.
Ma il Museo di Pinerolo è importante anche per la storia dell’equitazione, oltre che per quella nazionale ben al di là le guerre risorgimentali: oltre ai preziosissimi ricordi non solo personali, storici e affettivi di tanti reggimenti, battaglioni e ufficiali ormai andati avanti (molti oggetti anche di valore appartenenti ai circoli ufficiali sono stati affidati al Museo dell’arma negli anni passati) custodisce molte reliquie di Federigo Caprilli e dei suoi allievi diretti, i primi a diffondere il Verbo del Sistema Naturale di Equitazione ideato dal capitano di Livorno: la caserma Principe Amedeo che lo ospita, infatti, è stata per quasi un secolo (fino al 8 settembre del ’43) la Scuola di Cavalleria che ha formato tutti gli ufficiali, sottufficiali e specialisti dell’Arma dalle Guerre per l’Indipendenza fino alla Seconda Guerra Mondiale, molti dei quali sono poi stati protagonisti anche in campo sportivo.
Ora che è stato inserito nel circuito “Abbonamento Musei Torino Piemonte” e nell’accordo tra Ministero della Difesa e Ministero dei Beni e delle attivita’ culturali e del turismo per la valorizzazione e la promozione del patrimonio museale militare italiano speriamo che il Museo della Cavalleria possa avere a disposizione le risorse necessarie a valorizzare le magnifiche collezioni in suo possesso, purtroppo ultimamente curate in modo sommario per cause di forza maggiore (leggasi: scarsità di mezzi a disposizione).
Bene quindi che il Presidente Grasso si sia fermato qui: se la forma è la sostanza, come si dice in cavalleria, una sua visita dovrà pur significare qualcosa.
Qui per saperne di più sull’eccidio di Cumiana, e qui il sito del Museo dell’Arma di Cavalleria