Bologna, 11 marzo 2021 – Nell’ambito delle iniziative del Parco Equestre del Mediterraneo, sono stati online presentati i lavori dei portatori di interesse del tavolo tecnico Zoologico.
Fra le varie relazioni tecnico scientifiche che hanno riguardato il Purosangue Orientale, il Sanfratellano, la Real Razza di Ficuzza e il Siciliano è emersa la volontà precisa da parte della ANERAI (Associazione Nazionale Allevatori Razze Equine ed Asinine Italiane.) di sostenere e seguire il riconoscimento della razza del Cavallo Siciliano presso il Ministero.
Lo ha dichiarato il suo Presidente, Dott. Luca Marcora, nel corso del suo intervento, durante il quale ha spiegato perché è nata ANERAI e quali saranno i suoi compiti.
La legislatura EU del 2016, recepita in Italia nel 2018, prescrive che un ente che gestisce libri genealogici di razza non può nello stesso tempo gestire anche i controlli funzionali e la rilevazione dei dati, per evitare problemi di obiettività di giudizi.
Inoltre l’Ente deve essere associazione di I grado, formata da allevatori che partecipino attivamente alla vita associativa, eleggendo i propri istituti e l’assemblea con una condivisione democratica delle scelte.
L’ A.I.A. non era un’associazione di primo grado, deteneva i libri e rilevava i dati. Quindi non poteva più svolgere quei compiti.
Le 20 razze equine e le 8 asinine italiane, dovevano trovare una nuova casa e così è nata ANERAI, con il preciso scopo di coprire il vuoto legislativo e rappresentare una così vasta e importante biodiversità equina italiana, di inestimabile valore ambientale, genetico e economico che pochi altri paesi al mondo possono vantare.
La dichiarazione di Anerai
Il Presidente ha dichiarato che «Il primo impegno che voglio prendermi oggi nei confronti della Sicilia, è quello di collaborare con i Professori Zumbo, dell’Università di Messina, e Bordonaro, dell’Università di Catania, affinché si possa raggiungere al più presto il riconoscimento della razza del cavallo Siciliano. Per quanto nei fatti esista da tanto tempo, dovrà giocoforza essere considerata una razza nuova perché non è riconosciuta. Abbiamo analizzato insieme a loro la situazione e già preparato una proposta da condividere anche con gli allevatori, l’Istituto di Incremento Ippico e, naturalmente, l’Assessorato Agricoltura Regionale. ANAERAI, oltre a gestire i libri genealogici, sarà anche una casa comune dove anche tutti gli allevatori siciliani si possano ritrovare a pieno titolo, per fare anche selezione, promozione, valorizzazione, orientamento al mercato, rappresentanza e interlocuzione con le istituzioni regionali, nazionali ed europee».
Le prerogative, affinché l’obbiettivo del riconoscimento di razza possa essere raggiunto, ci sono tutte. Il cavallo Siciliano è un bene genetico prezioso che pareva orami perduto, se non fossero intervenuti a soccorso un nucleo di allevatori riuniti nell’Aracsi, l’Associazione Regionale Cavallo da Sella Siciliano Indigeno.
Caparbiamente hanno voluto invertire la tendenza all’oblio, cui pareva destinata questa parte importante della biodiversità siciliana, abbandonata a se stessa nonostante le caratteristiche di impiego e orientamento al mercato le abbia già tutte… naturalmente.
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Fonte: CS/Franco Barbagallo – Photo Credit Paula Da Silva