Bologna, Domenica 5 maggio 2024 – Cosa unisce i più grandi kolossal della nostra epoca di divoratori di serie tv e film: The Crown, Trono di Spade, Peaky Blinders, Napoleon, Wonder Woman e The Spoils of War?
Una donna e i suoi cavalli: lei è Camilla Naprous e i cavalli che vediamo in tutti questi progetti cinematografici, sono i suoi cavalli attori, i protagonisti della sua compagnia “Devil’s Horsemen”.
Chi non ricorda la scena del penultimo episodio di Trono di Spade, la famosa “Battaglia dei Bastardi”? Ebbene in quell’occasione sono stati schierati ben oltre 100 cavalli e non sono state utilizzate controfigure. Jon Snow (o meglio, l’attore Kit Harington) ha veramente galoppato verso l’esercito schierato a cavallo. Per girare questa scena e garantire una perfetta organizzazione logistica per i cavalli, hanno collaborato 1.600 persone. Di chi erano i cavalli schierati? Chi era la coordinatrice della scena? Sempre lei: Camilla Naprous.
Nel mondo del Cinema viene chiamata la “Maestra di cavalli”, ma lei preferisce definirsi la loro voce: “Se la giornata diventa troppo lunga o il terreno non è buono o hanno bisogno di una pausa pranzo, è mio compito difenderli. Non hanno voce e io sono la voce dei cavalli.”
A prima vista potrebbe sembrare una cosa banale girare certe scene con i cavalli come protagonisti, ma non è così. Come ben sappiamo i cavalli non vanno a comando e non sempre collaborano con degli estranei, soprattutto perché non comprendono la logica cinematografica di certe azioni e scene. Giustamente si interrogano: Ma perché dovrei farlo? Perché devo continuare a farlo se l’ho già fatto? Purtroppo, sappiamo che dietro a ogni scena ci sono tanti ciak e la maggior parte non sono dovuti ad errore dei cavalli, bensì degli attori umani.
Ovviamente lo fanno per Camilla, ma lei non può stare sempre vicino ai suoi cavalli in tutte le scene, come invece facevano un tempo gli addestratori di cavalli per il cinema. Camilla ha basato tutto il suo lavoro sulla valorizzazione del rapporto di collaborazione tra uomo e cavallo. Non esistono fruste nascoste, non esistono ordini urlati fuori campo, bensì esistono solo le richieste di collaborazione tra l’attore (o stuntman ma Camilla preferisce evitarlo) ed il suo cavallo. Proprio per questo motivo inizia a lavorare molti mesi prima, insegnando personalmente a montare a cavallo ai vari attori umani:
“Insegno a tutti gli attori. In realtà la mia passione principale è insegnare alle persone a cavalcare. Una volta che ho abbinato un cavallo e un attore, li porto a cavalcare in una foresta per avere un’idea di cosa vuol dire stare a cavallo. In realtà è la parte che preferisco del mio lavoro, vedere che il rapporto uomo-cavallo si rafforza, ed essere a conoscenza delle persone che imparano qualcosa di nuovo”.
Rapporto Attore umano e Attore cavallo, proprio così perché tanti dei cavalli di Camilla sono dei veri e propri veterani dell’industria del cinema, basti solo pensare che ne ha 10 che sono perfettamente addestrati e abituati a cadere e fingersi morti. Nelle 8 stagioni di trono di spade, per ben 10 episodi lo stesso cavallo è apparso, è morto e poi è magicamente riapparso nell’episodio successivo! Ma non possiamo svelare oltre su questo argomento, però possiamo dire quale sia il cavallo preferito di Camilla: si chiama Dante. E’ uno stallone Lusitano di 20 anni ed è molto ormonale, ma non gli è permesso spaventare gli attori, suo malgrado.
Dante è stato acquistato in Portogallo e domato all’età di tre anni, ma solo intorno ai cinque anni è stato messo a lavoro dalla famiglia Naprous, in particolar modo dal fratello di Camille, Daniel.
Diversamente da come si potrebbe immaginare, l’addestramento di questi cavalli del cinema è molto vario e multidisciplinare, partendo dalla base, arrivano a fare alta scuola, dressage, attacchi, lavoro in libertà e passeggiate. Ognuno viene indirizzato alla tipologia di lavoro in base alle sue attitudini, alcuni cambiano i propri compiti nel tempo, rispetto ai cavalli sportivi, questi hanno un’attività estremamente diversificata, in quanto per poter essere sempre espressivi sullo schermo, non devono assolutamente essere annoiati.
“Abbiamo bisogno che i nostri cavalli siano silenziosi, ma non perdano espressività. Calmi ma non annoiati. Hanno bisogno di esibirsi sullo schermo, per farsi belli a vicenda con l’attore umano. La cosa più importante è che abbiano una mente lucida con cui poter affrontare qualsiasi cosa accada intorno a loro. La sicurezza è fondamentale. E per renderli sicuri, dobbiamo sempre ricordarci che noi siamo la voce del cavallo”.