Bologna, domenica 19 maggio 2024 – Si parla spesso di adottare i cavalli: adozione di cavalli selvaggi, adozione di cavalli confiscati alla malavita, adozione di cavalli di razze a rischio estinzione. Questi sono tutti cavalli che sfiorano la morte, ma ci sono alcuni cavalli che rischiano di correre incontro alla morte. Che fine fanno tutti i purosangue da corsa che danno vita all’ippica?
Considerato che ci sono migliaia di purosangue inglesi che corrono negli ippodromi, e che la vita media sportiva di questi cavalli inizia, probabilmente in modo troppo precoce, a 2 anni per terminare in modo definitivo a massimo 7 anni, come vengono gestiti questi cavalli che sono poco più che puledri per tutto il resto della loro ancora lunga vita?
Fino a qui niente di nuovo, soprattutto dopo aver visto il documentario The Final Race: The dark side of Australias’s horserace industry che ha sconvolto una Nazione dove l’ippica ha una grande importanza sotto il profilo culturale ed economico, tanto da avere un indotto di oltre nove miliardi di dollari annuali.
Come possiamo immaginare, purtroppo le storie a lieto fine dei purosangue a fine carriera, che hanno fatto sognare spettatori e proprietari, sono veramente ben poche. Però c’è ancora speranza, e la possiamo trovare in un progetto che sembra avere un grande successo: Thoroughbred Makeover organizzato da Retired Racehorse Project che si svolge ogni anno al Kentucky Horse Park di Lexington.
Questa iniziativa nasce con l’obbiettivo di promuovere e divulgare la possibilità che i purosangue da corsa ritirati dalle corse possa avere una seconda vita. Chiunque, nel rispetto di certe regole fondamentali, tra cui il rispetto del benessere del cavallo, può partecipare a questo concorso con il proprio purosangue e dimostrare a tutti che con questi cavalli è possibile fare veramente qualsiasi cosa, insieme.
I purosangue devono obbligatoriamente rispettare alcuni requisiti, tra cui l’iscrizione al Jockey Club e aver gareggiato fino a un anno prima. I binomi possono scegliere tra dieci diverse discipline, tra cui arrel Racing, Competitive Trail, Dressage, Completo, Field Hunter, Polo, Ranch Work, Show Hunter, Show Jumper e Freestyle. Ogni binomio può svolgere al massimo due discipline.
Alla fine del concorso, i proprietari/cavalieri possono scegliere di mettere all’asta i cavalli con cui hanno preso parte al concorso. Questa possibilità è data dal fatto che ogni anno, grazie a questa iniziativa, c’è sempre una maggiore sensibilizzazione verso questa opportunità di poter dare una seconda a vita a dei cavalli che sono, oggettivamente, dei grandissimi atleti, forse tra i migliori al mondo. E sempre più, ogni anno, aumenta la domanda di acquisto di questi cavalli, tanto che alcuni addestratori hanno iniziato a comprare gli scarti degli ippodromi per addestrarli e venderli tramite questo progetto, garantendogli così la vita (e spesso anche una bella vita).
E’ di 100.000 dollari il montepremi di questo evento e dal 2013 sono stati salvati ben 4.159 cavalli.
Certo non è sempre facile dare una seconda vita ad un purosangue da corsa che nella sua seppur breve vita ha visto veramente qualsiasi cosa, e probabilmente non tutte le sue esperienze sono state positive, anzi. Ma anche in questo caso nascono amori che sono per la vita.
“L’ho visto giù nell’angolo e sapevo che era il mio cavallo. Dicono che si senta immediatamente, e io ho pensato, ‘mio Dio, quello è il mio cavallo.” E’ con questa parole che Katrina, una partecipante al Thoroughbred Makeover del 2023, racconta quando ha visto per la prima volta Lundi, un purosangue scartato in Louisiana.
Katrina e Lundi hanno preso parte al concorso di dressage e di completo, ottenendo punteggi molto alti. Ovviamente Katrina ha scelto di non vendere all’asta finale il suo Lundi, ma lo ha riportato a casa sua, in Texas: “So che ogni cavallo è un individuo e non volevo spingerlo a fare ciò che voglio fare, ma eccelle in tutto ciò che voglio fare. Lui è ciò di cui sono fatti i sogni per me”.