Bologna, 12 marzo 2021 – La previsione è di mezzo milione di dollari. Ma potrebbe essere una stima per difetto. Tanto si aspettano da Christies a New York per il 23 marzo quando andrà all’asta Le Chevalier.
Si tratta di un acquarello datato 1954, per la firma di Salvator Dalì. L’opera raffigura un guerriero vittorioso – leggasi la corona d’alloro – che pare uscito con prepotenza dalla mitologia greca. Senza sella e con uno scudo in mano, cavalca un cavallo dall’aspetto minaccioso.
Froghe e bocca aperte, criniera e coda arricciate, arti anteriori sollevati… Niente di rilassante insomma, in una posa in cui della riunione classica non c’è neppure il tentativo. Perché l’immagine è altro dalla realtà. È di più. È il sogno che emerge.
Del resto Dalì, che nella sua lunga carriera artistica ha prodotto moltissimi lavori in cui sono presenti i cavalli, accanto a uno studio anatomico accuratissimo che gli deriva dai maestri del Rinascimento, suoi ispiratori, rimane fedele alla Scuola surrealista, di cui è sicuramente uno dei principali portabandiera.
Il tutto sullo sfondo di un paesaggio senza prospettiva. Con una serie di personaggini lilliputziani che non condividono con il loro svolgere mansioni tranquille, il senso ‘guerregiante’ dei soggetti in primo piano.
Secondo gli estimatori del Maestro, il paesaggio è riconducibile ai luoghi domestici di Dalì. Ovvero il porto di Lligat, nella pronvincia spagnola di Girona, in Catalogna. Ed è proprio la baia tanto amata che fa da sfondo spesso alle visioni allucinate del grande artista spagnolo.
Realizzato utilizzando un mix di tecniche che accostano l’acquarello a tratti di penna e inchiostro, Le Chevalier parte da una pre-stima d’asta che va da 300 a 360mila dollari. Ma gli esperti della casa d’aste di Rockfeller Center si aspettano che il martelletto possa raggiungere il mezzo milione.