Bologna, 6 febbraio 2024 – Paese che vai… corse che trovi. E quelle di Obihiro, in Giappone, potrebbero davvero essere le corse non in piano più lente del mondo. In effetti, a parte il fatto che si svolgono in un ippodromo, ciò che avviene in pista ha davvero poco a che vedere con lo spettacolo che abitualmente offre l’ippica come la conosciamo noi. Ma andiamo per gradi…
Corse lente e non in piano…
Si chiamano Banei Keiba e sono ‘corse’ riservate a cavalli conosciuti con il nome di ‘banba’. Corpuleti cavalloni da lavoro che pesano praticamente il doppio di un Purosangue, devono percorrere un tracciato misto attaccati a una sorta di slitta che pesa da circa 600 chili.
Per tracciato misto si intende un percorso di 200 metri, con due dislivelli, che i cavalli, otto per batteria, percorrono in un tempo che va dai 2 ai 4 minuti.
Il jockey, in equilibrio sulla ‘slitta’ deve far sì che il cavallo arrivi alla fine del tracciato senza interferire con gli altri. E pare che la vera difficoltà stia proprio nell’amministrare la forza/fatica di questi imponenti cavalloni.
Infatti, oltre a muoversi piano, soprattutto in considerazione delle due salite, può benissimo capitare – e non è infrequente – che si fermino a prendere fiato.
Le corse Ban’ei Horse Racing di Obihiro sono a tutti gli effetti manifestazioni ippiche, ospitate sotto l’egida National Association of Racing of Japan. Quindi è perfettamente legale raccogliere scommesse. Che tra l’altro hanno avuto un incremento rilevante soprattutto durante la pandemia, quando hanno varcato il confine dell’ippodromo e sono approdate perfino online.
Secondo la stampa nipponica, scommettitori occasionali, insieme ai fan sfegatati, hanno fatto salire il volume d’affari annuale dell’evento a 55,5 miliardi di yen (375 milioni di dollari) quintuplicando il dato economico del 2011.
La parola al guru
Leader incontrastato di queste corse così particolari è il trainer Yoshiyuki Hattori. È lui che detiene il numero più alto di vittorie ed è ancora lui che difende le Banei Keiba dalle accuse di chi le vorrebbe cancellare dalla tradizione nipponica.
Secondo l’anziano trainer, i cavalli che prendono parte a queste competizioni non sono né sfruttati né soggetti a crudeltà. Anzi, rispetto ai cavalli da lavoro impiegati nel tiro pesante in campagna (ieri come oggi), gli ‘atleti’ dell’ippodromo di Obihiro godono di molti privilegi. «Sono lavoratori della terra. Ci aiutano e noi vogliamo che il nostro rapporto con loro continui» spiega Hattori che ritiene tra l’altro le ‘corse lente’ dei ‘banba’ molto più tecniche di qualsiasi altra.