Bologna, 12 giugno 2024 – “Se un uomo potesse andare al mercato aperto e per due o trecento dollari acquistare la devozione per tutta la vita di un amico, anche se un umile amico, sarebbe considerata una cosa meravigliosa.
Ma questo è esattamente ciò che accade, o potrebbe accadere, ogni volta che si acquista un cavallo.
Gli offri vitto, alloggio e i ragionevoli servizi di un valletto in cambio dei quali non solo favorirà i tuoi affari o il tuo piacere, a seconda dei casi, al meglio delle sue capacità ma ti ripagherà anche con affetto, rispondendo alle tue carezze, salutandoti con un nitrito di compiaciuto riconoscimento, e in altri cento modi suoi mostrerà il senso della vostra relazione.
Ci sono uomini per i quali il cavallo è solo una macchina animata: lo montano, assumono stallieri, elargiscono assegni per il suo sostentamento e mantenimento ma tutto senza il solo pensiero che l’animale abbia un carattere, una mente, una vita tutta sua; e che sia suscettibile al dolore o al piacere; come una creatura per il cui benessere si sono assunti una certa responsabilità e di cui non possono liberarsi, anche se possono dimenticarla o negarne l’esistenza.
Anche tra le persone intelligenti, religiose e di buon cuore vediamo come va il mondo: a volte si riscontra, e come tutti sappiamo soprattutto quando si tratta della loro convenienza personale, una sorprendente indifferenza verso le sofferenze degli animali”.
Le righe sopra sono l’incipit del primo capitolo di ‘Road, tack and stable, chapter about horses and thei treatment‘ di H.C. Merwin, stampato a Boston da Little, White and Company nel 1892.
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