Bologna, 5 febbraio 2024 – Un maestro dalla vita difficile ma che sapeva risorgere dalle sue ceneri, proprio come un’Araba Fenice.
Era François Baucher, di cui Zoraide Editore ha pubblicato l’opera ‘La Seconda maniera, Metodo di Equitazione basato sui nuovi principi’ affidandone la cura a Massimo Basili.
Basili è istruttore di equitazione Fise e della Ecole de Légèreté di III livello, nonché studioso e ‘amico’ della filosfia, del lavoro e dei principi di Baucher, certamente una delle anime più affascinanti della storia dell’Equitazione.
La penna di Basili, la sua curiosità, il suo studio e il suo amore per la materia trattata sono tutte in queste pagine, nero su bianco.
Preziosi per chi ama la materia i suoi appunti a margine di pagina, che fanno chiarezza e aiutano a proseguire nella lettura senza perdersi tra un approfondimento e l’altro.
Perché solo anni di studio, di pratica dell’equitazione ragionata e di desiderio di capire fino in fondo pensieri pensati tanto lontano nel tempo, eppure così vicini quando si è in sella, possono rendere possibile un lavoro come questo.
Mettere ordine nelle diverse fasi dell’esperienza di Baucher, comparando versioni e fasi della sua vita e delle sue opere richiede non solo studio e capacità, ma anche una decisa volontà di renderlo più facilmente fruibile a più persone.
E il perché di questa volontà è chiaramente espresso nella quarta di copertina: “Parlare della seconda maniera di Baucher equivale a descrivere quelle che sono le origini di un’equitazione colta, raffinata, gentile. Dove il Cavallo, qualsiasi Cavallo, anche di non buona conformazione o difficile carattere, può esprimere al massimo le sue qualità”.
Che a noi sembra l’intento più nobile con cui si possa montare in sella.
Baucher nacque a Versailles il 16 giugno 1796 da una famiglia di gente semplice. Apprese l’equitazione dallo zio che lo portò con sé in Italia, dove dirigeva le scuderie del Principe Camillo Borghese.
Si appassionò allo studio dell’equitazione con spirito rivoluzionario, confutando i principi della dottrina classica come la intendeva La Gueriniere.
Acquistò visibilità presentando nei circhi i suoi cavalli che fecero una impressione notevole per il livello del loro addestramento. E si guadagnò sulla pista la fiducia del generale Oudinot arrivando fino a insegnare il suo nuovo metodo a Saumur, il tempio dell’equitazione accademica.
Ebbe un grave incidente nel 1855: gli cadde addosso il lampadario del maneggio mentre montava una giumenta che stava addestrando, si riprese ma non montò più in pubblico.
Continuò però ad addestrare cavalli, istruire allievi, sempre molto numerosi alle sue lezioni e a scrivere libri e trattati. Finalizzò tutto lo studio della sua vita alla ricerca dell’assoluta leggerezza nei movimenti del cavallo.
Baucher morì nel 1873 a Parigi, il generale L’Hotte che era uno dei suoi più fedeli allievi raccolse le sue ultime parole: “La briglia! È così bella!”.
E la sua ultima lezione: Baucher prese la mano di L’Hotte, la fermò nella giusta posizione, davanti al ventre dicendo “Ricorda, sempre così” e dopo portandogli la mano al petto “Mai così”.
“Seconda maniera” di Baucher, a cura di Massimo Basili – Euro 35, pagg. 346 Zoraide Editore – I Misteri del Cavallo