Bologna, 31 maggio 2023 – Un libro che non parla ‘soltanto’ di cavalli, ma anche di tante altre creature – Homo sapiens compreso.
E’ ‘Come noi? – I pensieri, i sentimenti e il comportamento degli animali’ di Robert Sachser, edito per i tipi di EsPress con la prefazione di Antonio Pascale.
Ma non lasciatevi fuorviare da ‘pensieri’ e ‘sentimenti’. Perché Sachser con il suo lavoro illumina proprio quella zona grigia che sta tra gli estremismi sentimental-umanizzanti e gli specismi opposti.
Sachser è professore di zoologia e direttore del Dipartimento di Biologia Comportamentale dell’Università di Munster, in Germania. E ogni riga del testo è frutto di un preciso approccio scientifico all’osservazione del comportamento animale.
Ma è anche benedetta da una grandissima capacità di scrivere in modo accattivante e facile da capire per tutti, e dalla ricchezza di episodi ed esempi interessanti e curiosi.
Sachser è bravo nel portarci per mano attraverso il più sconvolgente viaggio che l’Uomo ha dovuto affrontare negli ultimi secoli. Quello che lo ha portato a implementare il fatto che no, al centro dell’Universo non c’è lui.
Che incidentalmente coincide con l’evoluzione di quello che pensa la società umana degli animali: e questa maggiore comprensione è dovuta anche a quella particolare scienza che è la biologia comportamentale.
Le 252 pagine del libro si leggono tutte d’un fiato. Inseguendo riga dopo riga il prossimo aneddoto, un altro racconto, un diverso animale raccontato e spiegato nelle pieghe del suo essere, sì proprio come se fosse l’ultimo tomo uscito di qualche serial thriller.
Ma inizia e finisce dallo stesso concetto, che è quello che ha guidato l’autore nella sua stesura: e cioè che siamo molto, molto più vicini agli animali di quanto abbiamo mai pensato sino ad ora.
E sì, ‘dentro gli animali c’è davvero molta più umanità di quanto potessimo immaginare solo pochi anni fa.
Ma in tutto questo i cavalli dove sono, direte voi?
Un po’ dappertutto ovviamente. E già solo approfondire le tematiche di quella che si chiamava ‘etologia’ ci fa capire l’importanza di tanti esperimenti comportamentali fatti sui cavalli negli ultimi anni, solo apparentemente inutili.
Perché incredibilmente proprio tra chi frequenta abitualmente i cavalli la reazione a questi esperimenti spesso è: ‘Ma non c’era bisogno di un esperimento, lo sapevamo già benissimo’.
Un effetto della conoscenza intuitiva acquisita in modo empirico, attraverso l’esperienza.
E l’importanza della osservazione focalizzata e del criterio della replicabilità sono ben spiegate proprio dalla storia di un cavallo molto famoso: Clever Hans, il cavallo sapiente che all’inizio del ‘900 fece davvero scalpore.
Ricorderete tutti Hans il Saggio, che Wilhelm von Osten rese celebre. Hans a tutta prima sembrava fosse in grado di contare ed eseguire semplici operazioni aritmetiche.
Passata l’ondata di entusiasmo per la novità, si è sempre stati propensi a pensare che von Osten fosse un simpatico truffatore, ed Hans un cavallo addestrato molto bene.
E invece no: Von Osten era in perfetta buona fede, ma nel suo esperimento comportamentale non teneva conto della necessità di effettuare gli ‘studi in cieco’.
Cioè: lo sperimentatore non deve conoscere la soluzione del compito assegnato all’animale.
Perché Hans, in possesso di una eccellente capacità sensoriale, sapeva dare il risultato delle operazioni che gli proponevano solo ed esclusivamente se qualcuna delle persone presenti sapeva il risultato.
Era in grado di cogliere movimenti, cenni per noi impercettibili ma che lui aveva imparato a collegare chiaramente alla situazione: e von Osten davvero non glieli suggeriva intenzionalmente.
Lui era fermamente convinto delle straordinarie capacità del suo cavallo.
Ma in fondo aveva ragione. Perché questo particolare e fondamentale aspetto della biologia comportamentale ci è stato insegnato proprio dal Saggio Hans, e da quell’uomo che credeva così tanto nella sua intelligenza.
Non so voi, ma chi scrive è felice di poter sollevare von Osten dal sospetto di frode: perché si capisce anche ora che al suo cavallo ci teneva davvero.
Con i pensieri e con i sentimenti, sì.
Qui il libro di Robert Sachser: non perdetevelo, se vi interessa capire meglio gli animali…e sì, anche noi stessi.