Bologna, 10 marzo 2023 – Una cosa va detta subito: con questo studio siamo agli albori… Ma come spesso si dice, da qualche parte bisogna pur cominciare. E così, due ricercatori tedeschi hanno scelto di dare un senso scientifico a qualcosa che chi ha un animale – cavalli compresi – sostiene da sempre. Ovvero che gli animali abbiano una propria forma di consapevolezza.
Se il sentire più diffuso attribuisce il valore di ‘consapevolezza’ come attributo valoriale agli animali definiti ‘da affezione’, Leonard Dung e Albert Newen, della Ruhr-Universität di Bochum hanno approcciato l’argomento creando un supporto più scientifico alla tesi.
Stiamo parlando di scienza della coscienza animale, ovvero lo studio che porterebbe a comprendere meglio quali specie animali sono coscienti e come l’esperienza cosciente differisca tra le specie.
È decisamente prematuro aspettarsi l’elenco degli animali e il relativo livello di consapevolezza, specie per specie, tuttavia Dung e Newen stanno elaborando una complessa griglia di elementi, con 10 punti chiave, che potrebbero costituire una sorta di ‘tabella di riferimento’ per future valutazioni.
Come accade in ogni lavoro basato sulla scienza, determinare solide basi su cui appoggiare una tesi è forse la parte più delicata di uno studio. Quindi Dung e Newen hanno per ora impiegato ogni risorsa per stabilire criteri di valutazione che possano trovare applicazioni oggettive. Hanno quindi stabilito due criteri di osservazione: uno antropocentrico e uno legato esclusivamente agli animali. In pratica, nel primo caso le valutazioni sono mediate dall’uomo e dal suo punto di vista, nel secondo sono più connesse alla pura espressione delle differenti specie animale.
Senza scendere nel dettaglio dell’interessantissimo studio (consultabile – Under a Creative Commons license – CLICCANDO QUI), questo approccio supportato anche dalla scienza, porta a un passo ulteriore in fatto di rispetto verso i nostri cavalli. Una volta bestie, poi animali e ora sempre più esseri senzienti. In pratica, molto più simili a noi di quanto non potessimo pensare.