Home | Cultura equestre | Ma dove vai, se il sellaio non ce l’hai?
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Bologna, 21 dicembre 2021 – Ci si pensa poco, e generalmente solo quando è tardi, nei momenti di emergenza.
Ma dove andremmo senza un sellaio di fiducia?
Sicuramente poco lontano: cura, manutenzione e riparazione del materiale di selleria sono fondamentali per conservarlo in buona condizione. E permetterne un uso sicuro e prolungato nel tempo, con evidenti risparmi economici.
E non solo: perché la sicurezza di cavalieri e attacchi è legata, indissolubilmente, anche all’affidabilità dei finimenti utilizzati per dirigere e controllare i cavalli.
Tutto importante all’ennesima potenza anche in ambito militare, ovviamente, fino ai tempi della seconda guerra mondiale.
Per questo in posti come il museo del Centro Militare Veterinario di Grosseto ci sono così tante attrezzature che ricordano il lavoro di questa figura fondamentale.
Dalle cardatrici per ripristinare la morbidezza dell’imbottitura di selle e sellini sino alla morsa da gamba, passando per deschetti, macchine da cucire speciali e confezioni di saponi, grassi ed olii.
C’è tutto quello che serve ancora oggi a curare selle e finimenti, e conservare loro anche quel profumo così speciale che si lega a tutti i nostri ricordi “in sella”.
La pulizia ordinaria di sella e finimenti era affidata al cavaliere o, nel caso degli ufficiali, ai loro attendenti.
Ma per ogni evenienza straordinaria erano pronti in ogni squadrone il sellaio e i suoi aiutanti, in grado di riparare o costruire ex-novo quanto fosse necessario sul momento.
E noi, cavalieri civili del terzo millennio, come siamo messi a sellai?
Malissimo.
Trovarne uno in grado di riparare un montante scucito è un colpo di fortuna, pretendere poi interventi più importanti è quasi impossibile.
Per lo meno senza spostamenti di chilometri alla ricerca di qualcuno che non si limiti a vendere capezze e stivali, ma sia ancora in grado di aggiustare qualcosa.
Ma è un po’ colpa nostra: il consumismo è arrivato in scuderia già da un bel pezzo, preferiamo buttare una cosa rotta o un po’ vecchiotta invece di farla riparare o sforzarci di conservarla con più cura.
Ecco, ci vorrebbe più cura: quello del sellaio è un atteggiamento mentale di conservazione, non di semplice sostituzione.
Sapone inglese e olio di gomito, il tempo di pulire le cose come si deve e lasciarle asciugare all’ombra.
E quando occorre passare l’olio per impermeabilizzare il cuoio e mantenerlo morbido.
Così intanto si controllano lo stato di cuciture e imbottitura, e l’usura di riscontri e staffili.
Una questione di atteggiamento mentale: conservare in efficienza, usare con cura ed attenzione.
E questo atteggiamento non funziona solo per
sella e
testiera tra l’altro ma anche per molto altro: cavallo compreso, ovviamente.