Bouznika, 12 maggio 2023 – Noi europei siamo abituati a chiamarla ‘Fantasia’.
Ma in realtà il nome di questa vera e propria arte equestre è ‘Tbourida’, che deriva da ‘baroud’: cioè ‘polvere da sparo’ in lingua araba.
Perché tutta la adrenalinica performance è finalizzata al momento finale, quando tutti i cavalieri esplodono in contemporanea il colpo del loro moschetto di antico modello.
Un momento molto impressionante per gli spettatori perché arriva al termine di una breve ma intensissima galoppata in frotta della ‘sorba’, il gruppo di cavalieri (sempre in numero dispari) che la esegue nella massima sincronia.
La rappresentazione della Tbourida risale al XV secolo.
Vuole ricordare le manovre più caratteristiche della cavalleria araba in guerra, la carica rapida (el kerr) e la ritirata improvvisa ( el ferr ), e ha come protagonista principale il cavallo.
I soggetti più usati sono tradizionalmente i cavalli Berberi, ma negli ultimi anni ci sono anche molti Arabo-Berberi.
Al centro dello schieramento della sorba c’è sempre il Mokaddem, il capo della tribù: ancora oggi la Tbourida viene effettuata in occasione di di feste tradizionali e celebrazioni sia nazionali che familiari.
Ma conserva sempre una forte dimensione spirituale per il popoli beduini del Maghreb.
Ma chi è il cavallo Berbero?
Così lo ha raccontato racconta Maria Gabriella Incisa di Camerana, che si è innamorata tanti anni fa di Onci, un soggetto di questa razza: per lui si è trasferita da tanti anni a Tunisi, dove ha un centro equestre specializzato in terapia assistita con gli animali.
“Il cavallo berbero é un finto calmo, ma in realtà è energia pura. A riposo tiene l’incollatura abbassata, in un attitudine quasi indolente. Ma in azione è fuoco che si accende: i Berberi sono rapidi e potenti sulle corte distanze, resistenti su quelle lunghe. E’ il cavallo ideale per l’Endurance, e la descrizione che ne fa Nemesiano, poeta cartaginese del III° sec. d.C. ne è un fedele ritratto”, spiega Incisa di Camerana.
“Scegliete un cavallo che viene dalle terre della Mauritania; che sia un puro sangue allevato nelle piane desertichee abituato a sopportare la fatica.
La sua testa brutta, il suo ventre deforme; non conosce il morso. Con la sua criniera fustiga le spalle. Che questo non vi inquieti, perché si lascia facilmente condurre; come la verga flessibile tocca il suo collo nervoso, egli obbedisce. Un colpo lo mette al galoppo, un altro lo ferma. Egli si precipita attraverso la vasta distesa della piana che si apre davanti a lui; nel suo slancio rapido le sue forze aumentano e il suo sangue ribolle. Ben presto si lascia indietro i suoi gelosi rivali. E´ solamente con il passare degli anni che egli prende piena confidenza in sé stesso per poter compiere delle lunghe corse ma fino in età avanzata egli conserva il suo vigore giovanile. Il suo ardore non lo abbandona se non quando il suo corpo usato si rifiuta di servirlo”, Nemesiano.
Sura numero 100 del Corano, il Libro Sacro dell’Islam
“Giuro per i destrieri ansimanti,
Per i destrieri che generano scintille sotto i loro piedi,
Per quelli che attaccano il nemico al mattino,
Che sollevano la polvere dei loro passi,
Che si fanno strada attraverso le colonne nemiche
In verità, l’uomo è ingrato verso il suo Signore…”.