Bologna, 29 giugno 2023 – Il mercato del lavoro ha riscoperto da qualche tempo l’importanza di una linea di continuità con il mondo della formazione. Ovvero con la scuola che deve preparare i professionisti che andranno a rispondere alle esigenze delle diverse filiere.
Così come in tempo di pandemia ci siamo accorti che necessitiamo di più personale sanitario – medici e infermieri – pare che anche il settore dei veterinari sia deficitario in termini di numeri. Almeno questo è il segnale che arriva dalla Svezia, una nazione che è sempre stata estremamente all’avanguardia nel settore e che vanta poli universitari d’eccellenza.
A lanciare un chiaro alert è la Swedish Warmblood Association, l’associazione allevatoriale nazionale.
«La carenza di veterinari è un grave problema in fatto di tutela e salvaguardia del benessere degli animali e dobbiamo impegnarci a fondo per influenzare la legislazione che tenga conto di questa esigenza del mercato del lavoro», afferma Helén Uddefors, amministratore delegato della SWB.
La stagione delle nascite di quest’anno ha acceso i riflettori sulla carenza di veterinari, con una casistica di mancata assistenza alla natalità che in molti casi, troppi, ha avuto epiloghi nefasti.
Da qui la lecita preoccupazione, soprattutto in prospettiva futura, dell’associazione allevatoriale.
A seguito di un’inchiesta sulla carenza di veterinari condotta la scorsa primavera e curata dalla SWB con diversi stakeholder della filiera equina, l’associazione allevatoriale svedese ha redatto un documento di riferimento da portare in sede di governo.
«Il lavoro a lungo termine è ovviamente molto importante – ha dichiarato la Uddefors – ma dobbiamo anche trovare soluzioni che possano aiutare e sostenere i nostri cavalli e l’intera filiera intanto che nuove leve di professionisti possano formarsi».