Bologna, 23 giugno 2021 – A Milano, una volta è stata la Fiera-Portello. Un’altra Assago. Un’altra ancora l’Arena. Una volta è stato l’ex palazzetto. Perfino il Palazzo della Regione ci ha provato… Per non parlare di tutte le volte che negli anni si è sentito parlare di un concorso a Piazza Castello.
Il rapporto della città di Milano con l’organizzazione di un grande internazionale di salto è particolare. Anche se la Lombardia è una tra le regioni che vanta il maggior numero di tesserati Fise.
Eppure, nell’immaginario collettivo, quando si dice cavallo, la prima fotografia che appare nella mente di molti è San Siro.
Quella San Siro cantata da Roberto Vecchioni, grande appassionato di trotto. O quella San Siro che piaceva tanto a Federico Tesio, guru dei Purosangue.
Oggi, sapere che di qui a pochissimi giorni il centro delle piste, rinnovate con pregevolezze tecniche sostanziali come il terreno per esempio, saranno finalmente la sede di un grande concorso equestre di salto ostacoli ha un po’ lo stesso sapore del lieto epilogo di una soap che ci ha sempre appassionato.
I cavalli saltano all’ippodromo Snai San Siro. L’equitazione del bel salto ostacoli internazionale arriva nel cuore del ‘posto dei cavalli’ dei milanesi. E tanto ci basta.
Nonostante, a guardarsi intorno, ci sarebbe molto di più…
Gettando lo sguardo oltre i vecchi tornelli in ferro dell’Ippodromo Snai San Siro galoppo si intravvede, alle spalle dell’imponente cavallo leonardesco, un magnifico esempio del Liberty architettonico del capoluogo lombardo. È parte integrante dell’ippodromo milanese, ora di Snai San Siro, in una evoluzione che ha conservato il prezioso dono di giardini e delle costruzioni storiche, armonizzandole con spazi multifunzionali tra i più all’avanguardia.
Un pezzo di storia milanese
A firmare il gioiello dell’ippica milanese fu l’architetto Paolo Vietti Violi. Nel 1911 vinse il concorso indetto dall’allora Società Trenno che gli commissionò il progetto per il nuovo ippodromo milanese del galoppo. La struttura venne inaugurata nel 1920. Vietti Violi, già professionalmente orientato verso la progettazione di impianti sportivi, dopo l’esperienza milanese realizzò oltre trenta ippodromi in tutta Italia.
Sempre per dare dettagli sulla cornice che a breve custodirà il Milano Jumping Cup, ricordiamo anche che l’Ippodromo di San Siro sviluppa la propria storia all’interno di un parco che è oggi anche un prezioso giardino botanico, con 72 specie differenti registrate e cartellinate, alberi secolari e alcune rarità. Alcuni alberi sono stati importati dall’estero grazie alla passione dei conti Durini e Turati.
La natura dello stile dell’Art Nouveau si fonda quindi con quella del rigoglioso parco, in un equilibrio di verde e ricchi edifici in cui è sempre piacevole trovarsi a passeggiare.
E passiamo ora a uno degli edifici che esercitano più fascino in assoluto…
Fino a prima dell’apertura per le giornate del FAI (Fondo Ambiente Italiano) a maggio del 2018, per gli appassionati ippici era una sorta di mecca impenetrabile. In cui si aggiravano commissari, giudici, fantini e il loro strettissimo entourage.
La Palazzina del Peso, con il suo arredo elegante e d’altri tempi – nel senso letterale del termine dato che è esattamente quello con il quale fu inaugurata circa cento anni fa – è sempre stata guardata dall’esterno, con una sorta di ammirata reverenza.
La bilancia, gli appendini per le giubbe e quel romantico profumo di cuoio… Ogni fantino, ancora oggi, deve passare di qui e sottoporsi al rito del peso prima e dopo la corsa. Anche se molte volte ‘l’etiquette’ di inizio secolo è stata sostituita da una forma meno rigida di comportamento, chiunque entri per la prima volta in questi locali non può che sentirsi un po’ intimidito.
Come per tutto il resto dell’ippodromo, dove impera il Liberty, con le ampie vetrate incorniciate in ferro e i magnifici pavimenti.