Bologna, 4 gennaio 2022 – La storia si è forgiata attraverso i cavalli che hanno accompagnato condottieri e generali di ogni tempo e i monumenti equestri che arricchiscono le nostre città ne sono una testimonianza significativa. Capace sì di raccontare la storia, ma anche di sottolineare quanto il nostro sia un paese d’arte.
… Che tuttavia deve proteggere ‘i propri gioielli’, a costo di ricollocarli in spazi museali decisamente meno aggredibili dagli agenti atmosferici e dallo smog. E quindi… cosa rimane nelle piazze? Copie perfette, naturalmente…
Tanti sosia celebri tra i cavalli
È notizia di oggi che la famosissima statua di Donatello che raffigura il Gattamelata a cavallo, da sempre ospitata a Padova nella piazza sulla quale si affaccia la Basilica di Sant’Antonio, presto passerà ‘indoor’. Verrà infatti messa al riparo nel museo della Basilica stessa.
Ad annunciare questo trasloco particolare è stato il Delegato Pontificio al Santo, monsignor Fabio Dal Cin. Il costo dell’operazione, che prevede anche il restauro dell’originale, danneggiato dal maltempo e dal guano dei piccioni, ammonta a circa 2 milioni di euro.
E del resto, il Gattamelata segue l’esempio di Marco Aurelio a cavallo, opera con una datazione che oscilla tra il 176 e il 180 d.C., che nel 1990 venne messo al riparo insieme al suo cavallo nei Musei Capitolini, nel Palazzo dei Conservatori. In un padiglione appositamente disegnato per ospitarlo.
E che dire poi dei Cavalli della Basilica di San Marco, a Venezia. La loro storia di monumenti equestri è decisamente appassionante. Con una datazione tra il II e il III secolo d.C., questi quattro destrieri attribuiti allo scultore greco Lisippo, hanno percorso tanti chilometri quanto dei cavalli veri.
Si ipotizza che i quattro destrieri dovessero originariamente abbellire l’ingresso dell’ippodromo di Costantinopoli. E si sa per certo che a un certo punto Napoleone li ‘rapì’ e se li portò in Francia. Per poi essere restituiti a Venezia per volontà dell’imperatore d’Austria… Negli anni ’80, i quattro cavalli sono stati infine ‘scuderizzati’ nel Museo della Basilica e, anche in questo caso, al loro posto, sulla balconata di San Marco, sono stati messi dei ‘sosia’.
Il caso da Vinci
Infine, per quanti ancora fossero convinti che il cavallo di San Siro sia opera di Leonardo, mettiamo i puntini sulle i… Il cavallo è sì frutto del genio vinciano, ma la statua che si manifesta in tutta la sua imponenza all’ingresso dell’ippodromo milanese è stata realizzata da Nina Akamu in tempi recentissimi. In pratica è anche questa una ‘copia’ di cui però, ironia della sorte, manca l’originale.
Del lavoro di Leonardo, che aveva in animo una scultura equestre per celebrare gli Sforza, signori di Milano, sono rimaste solo delle tavole di studio conservate in Gran Bretagna. Mentre il piccolo calco in creta di cui si ha solo notizia, si ipotizza sia andato perduto per sempre.