Bologna, 3 maggio 2022 – Lo scorso autunno, il Pentathlon Moderno ha annunciato la propria ‘separazione’ dalla quota equestre. Una scelta difficile. Che ha trovato lo spunto per il rush finale nella pessima performance olimpica, costata diversi punti di gradimento nella platea mondiale degli sportivi.
Troppo poco il tempo per famigliarizzare con i cavalli rispetto all’impegno di un ingaggio olimpico. Discutibile il tenore tecnico della prova di non-binomi in uno sport – quello equestre – che trova nella conoscenza dei due atleti in gara il proprio motivo di essere. Forse anche troppo onerosa a livello organizzativo…
I motivi che si celano dietro a questa scelta sono tanti. E la brutta immagine dell’amazzone tedesca Annika Schleu in lacrime mentre ‘litiga’ con Saint Boy, nonché quella della sua trainer che colpisce il cavallo sul posteriore è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
È stato così deciso che i cavalli sarebbero usciti dalla rosa del Pentathlon, con tanto di placet degli eredi del padre della disciplina, Pierre de Coubertin. All’insegna di uno sport che evolve e diventa sempre più… moderno.
Rimaneva però da capire quale altro sport avrebbe sostituito l’equitazione. Dal monopattino in poi, si è sentito di tutto… Fino alla definizione ufficiale, giunta in questi giorni.
L’Unione Internazionale Petathlon Moderno ha reso noto che la corsa a ostacoli sostituirà la prova equestre da subito dopo le Olimpiadi di Parigi 2024.
Erano oltre 60 gli sport in lizza, ma alla fine si è ritenuto che la corsa a ostacoli fosse la più attraente in termini di pubblico e dinamicità. Al vaglio degli esperti ci sono ora due formule di corsa che verranno testate per poi scegliere la più adatta.
Percentuali contrarie
Se da un lato la dirigenza del Pentathlon Moderno internazionale dichiara che la scelta di fare a meno dei cavalli è stata l’unica opzione per poter mantenere il Pentathlon stesso nel panel olimpico, dall’altro pare che non ci sia grande favore da parte degli atleti.
Secondo una recente indagine curata dal Pentathlon United – un’associazione indipendente – pare infatti che il 95% degli atleti si sia dichiarato scontento di questa scelta. E, secondo le dichiarazioni provenienti da più parti, sono pronti a dare battaglia affinché i cavalli non vengano estromessi.
Nonostante il Comitato Olimpico presieduto da Thomas Bach abbia accolto con grande favore la scelta dell’Unione Internazionale Petathlon Moderno, molti atleti hanno inviato lettere di protesta proprio all’Ioc, affinché si torni sulla decisione che, di fatto, cancella l’equitazione dalle competenze dei penta-atleti.