Bologna, 27 novembre 2022 – Il ferro di cavallo è il portafortuna per antonomasia. Quasi quanto il quadrifoglio. Quale sia esattamente l’origine di questo retaggio popolare non è chiaro. C’è chi sostiene che la fortuna legata al ferro di cavallo fosse, molto prosaicamente, il fatto di ‘trovare’ un oggetto di metallo, quindi di un qualche valore. E c’è invece chi la attribuisce a storie molto più fantastiche.
Come quella per esempio di San Dunstano, risalente al X secolo.
Narra la leggenda che il diavolo in persona si rivolse a San Dunstano di Canterbury in virtù della sua fama di eccellente maniscalco (questo il suo mestiere prima di diventare un religioso) per farsi forgiare un ferro speciale per i suoi zoccoli. Lo scaltro maniscalco accettò l’incarico ma nel realizzare la ‘calzatura’, provocò al diavolo un dolore così grande da convincerlo a non entrare mai più in una casa con un ferro di cavallo appeso sopra la porta.
Ma appeso come? In su o in giù? Si dice che appendere un ferro di cavallo rivolto verso l’alto a forma di “U” tenga lontano il male e porti fortuna alla casa. Al contrario, se appeso al contrario, la fortuna uscirà dalla casa, scivolando via lungo le ‘braccia’ della ‘U’ capovolta.
Intorno al 1300 d.C., nel folklore irlandese, i ferri di cavallo venivano inchiodati o appesi sopra le porte delle case per proteggere gli abitanti dalle micidiali intrusioni di dispettosissime fate simili a goblin.
Si pensa che il ferro di cavallo sia diventato simbolo di fortuna quando i Caldei dell’VIII secolo attribuirono alla sua forma a mezzaluna la possibilità di rappresentare varie divinità legate alla luna. Capaci di proteggere dalla maledizione del malocchio.
In tutto il mondo, il ferro di cavallo è di gran lunga il portafortuna più conosciuto, costantemente ricorrente in gioielli, tappezzerie, nel fashion, persino nel design di mobili.
I ferri di cavallo sono citati numerose volte nella Bibbia. I cavalli, e per estensione i ferri di cavallo, rappresentano forza e solidità.