A tu per tu con Silvia Stevan scopriamo insieme qual è stata l’evoluzione del settore Club e come l’incontro dei bambini con i pony abbia trasformato il modo di approcciarsi al mondo equestre, sia a livello tecnico che per quanto riguarda la crescita dell’autonomia e dell’autostima, oltreché dello spirito di squadra.
Oltre ad essere membro della Commissione Nazionale Ufficiali di Gara (CNUG), Silvia Stevan, ricopre molti incarichi nella Federazione Italiana Sport Equestri cruciali per il settore Club e Mountend-Games, tra i cui quelli di direttore tecnico e referente di formazione per gli Ufficiali di Gara; designatore degli Ufficiali di gara e dei Direttori di Campo per il dipartimento Promozione e Sviluppo Agonismo.
L’evoluzione del Pony Club in Italia: dal gioco al metodo educativo
Il Pony Club in Italia ha visto un’evoluzione significativa grazie all’introduzione della disciplina dei giochi con i pony, portata e regolamentata nel nostro paese dal francese Jacques Cavè dal 1998. Prima dell’arrivo di Cavè, la realtà italiana era diversa: i pony erano pochi, spesso poco adatti a un’attività pedagogica, e non esisteva una cultura consolidata sull’uso di questi animali per i bambini.
C’erano momenti di svago con i pony ma non finalizzati ad introdurre i bambini al mondo dell’equitazione: erano semplicemente dei giochi pony.
Nel 1998 a Roma si sono tenuti i giochi pony, non regolamentati, e la squadra che vinse fu la Pony Club Pradazzo del Fiorello (Bologna). L’allora coach Francesco Ricciotti, nello stesso anno prese parte con la medesima squadra ai Campionati Europei Pony Games che si svolsero al Centro Equestre Federale Francese di Lamotte, dove incornò Cavè.
Il Pony Club inizia ad diventare un metodo per introdurre i bambini alle discipline dell’equitazione e l’Italia inizia ad ospitare vari eventi importanti a livello internazionale: i Campionati Europei Pony Games e Mountend Games: nel 2000 ai Pratoni del Vivaro (sede del Centro Equestre Federale), e nel 2002 ad Arezzo; e nel 2024 ad Arezzo e Cavaglià i Mondiali di disciplina.
Il gioco come strumento educativo: l’importanza della connessione tra bambino e pony
La ricerca di una proporzione più adeguata tra animale e bambino ha incoraggiato la nascita di un nuovo approccio, dove il gioco con i pony diventava un veicolo di apprendimento. “Vedere i bambini galoppare su pony Shetland in giochi educativi è stato un colpo di fulmine. Quella doveva essere la strada,” prosegue Silvia.
Cavè ha introdotto una metodologia che prevede l’utilizzo di pony piccoli, adatti alla fisicità dei bambini, creando una relazione empatica tra il giovane cavaliere e il suo compagno quadrupede. Con il tempo, l’approccio ludico ha preso piede, permettendo ai bambini di sviluppare una connessione anche affettiva con l’animale. Questo approccio ha anche abbattuto il timore di molti bambini, che imparavano a prendersi cura e a gestire il pony in modo naturale e spontaneo.
L’importanza del gioco nel rafforzamento delle abilità e dello spirito di squadra
Anni di formazione e esperienza sul campo hanno dimostrato che, per i bambini, il gioco è un elemento cruciale. Giochi come la “palla e cono” o le “due bandiere”, che inizialmente sembrano semplici, insegnano molto più di quanto sembri a prima vista. Non solo sviluppano abilità tecniche, ma si rafforza anche lo spirito di squadra, poiché i giovani cavalieri si aiutano reciprocamente e imparano a lavorare insieme, migliorando le proprie capacità in gruppo. “La gimkana è qualcosa che li fa sentire più grandi perché li avvicina al salto, in più insegnano ai bambini ad agire e reagire in modo veloce, perché devono sempre rettificare i loro errori” ci fa notare Silvia. “Sono i bambini stessi che si aiutano e, soprattutto, imparano a gestire il pony con fiducia”.
Nel corso degli anni, la disciplina è stata affinata, e oggi le attività proposte nel Club includono non solo giochi e gimkane, ma anche specialità come il carosello, la presentazione e il salto. La formazione non si limita solo alla tecnica, ma si arricchisce di una componente educativa che spinge i ragazzi a prendersi cura del proprio pony, a comprenderne il benessere e a rispettarne le necessità.
A differenza di un tempo, il Pony Club oggi non è solo il punto di partenza per i giovanissimi cavalieri, ma è anche un trampolino verso altre discipline equestri, come il salto ostacoli e il dressage, grazie alla preparazione trasversale che offre. “Le gimkane, le prove di salto, e il carosello possono sembrare giochi, ma sono in realtà fondamentali per preparare i ragazzi a sfide più complesse.”
Le sfide e le opportunità di crescita del settore Pony Club
Tuttavia, la disciplina non è priva di sfide. Se da un lato c’è stata una crescente diffusione, con il recente riconoscimento dei Mountain Games come disciplina ufficiale, dall’altro la frammentazione del settore sta portando a una minore centralizzazione. “Non tutti i centri offrono tutte le specialità,” prosegue Silvia. “Mentre i Pony Games sono ormai presenti ovunque, il carosello e altre attività richiedono competenze e risorse specifiche, che non tutti sanno mettere a disposizione.”
Un aspetto che continua a distinguere il Pony Club, tuttavia, è l’approccio inclusivo e accessibile. I costi sono contenuti, grazie anche alla possibilità di condividere i pony tra più bambini, permettendo a tutti di partecipare senza dover affrontare spese eccessive. “Un pony può partecipare a più specialità nella stessa giornata, dividendo i costi tra diversi bambini,” spiega Silvia, sottolineando il lato pratico e vantaggioso di questo approccio.
Il Pony Club come scuola di vita: competenze tecniche, sociali e emotive
In sintesi, il Pony Club in Italia non è solo una scuola di equitazione, ma un ambiente dove i bambini imparano a crescere, sviluppando competenze tecniche, ma anche emozionali e sociali. Con il suo approccio ludico e inclusivo, il Pony Club continua a essere una risorsa fondamentale per i più giovani, preparando il terreno per una carriera equestre che, per molti, può diventare una vera e propria passione di vita.
Le categorie e la struttura delle competizioni nel Pony Club
Nel mondo dei Pony Games, le categorie vengono distinte in base all’altezza dei pony e all’età dei partecipanti. La categoria A include i pony alti fino a 117 cm, mentre la categoria B è riservata a pony con altezza compresa tra 110 e 148 cm, considerando sempre un “1 cm in più” per i ferri.
I bambini, invece, vengono divisi per fascia di età. La serie 1 A è dedicata ai bambini dai 5 agli 8 anni, la serie 2 A dai 6 ai 10 anni e la serie 3 A dai 8 ai 12 anni. Essendoci delle sovrapposizioni, un bambino può gareggiare in diverse serie, come la serie 1 e la serie 2.
Per la categoria B, che include pony di altezza maggiore, le fasce di età partono dagli 8 anni: la serie 1 B va dagli 8 ai 12 anni, la serie 2 B dai 8 ai 14 anni, mentre la serie 3 B è riservata a bambini e ragazzi dai 10 ai 16 anni. Avremo dunque categorie A1, A2, A3 e B1, B2, B3.
Tutti i partecipanti sono in possesso di patente ludica, una autorizzazione a montare che consente di partecipare senza finalità agonistiche.
Le competizioni non sono “gare” nel senso tradizionale del termine, poiché non sono agonistiche e non prevedono eliminazioni, ma vengono comunque organizzate come eventi in cui i partecipanti, suddivisi in diverse categorie, si confrontano in prove di abilità.
Nel mondo del Club, non esiste mai l’eliminazione o la squalifica: anche se un partecipante sbaglia, il punteggio viene comunque assegnato senza penalizzazioni drastiche. Questa filosofia mira a ridurre la pressione sui giovani cavalieri, consentendo loro di concentrarsi sull’apprendimento e sul miglioramento delle proprie capacità, senza temere un fallimento totale.
Inoltre, sono stati introdotti nuovi percorsi, come le gimkane Jump 40 e Jump 50, con prove di precisione che offrono una maggiore opportunità di allenare i ragazzi a montare in modo più controllato, evitando l’idea della velocità pura che talvolta può mettere in difficoltà i più giovani.
L’importanza della sicurezza e della preparazione tecnica nel Pony Club
La sfida del settore risiede nel trovare istruttori che siano in grado di gestire queste attività ludiche in modo appropriato, comprendendo la differenza tra il lavoro da fare per i giochi e le discipline olimpiche. Spesso, infatti, gli istruttori, concentrati sulla formazione per le discipline classiche, trascurano l’importanza della preparazione ludica, che resta comunque fondamentale per la crescita e la sicurezza dei giovani cavalieri.
La necessità di un cambio di approccio riguarda anche la scelta dei pony: questi devono essere versatili e in grado di adattarsi a lavorare in squadra, nei giochi e affrontare piccoli salti, devono essere docili, garantendo la sicurezza dei giovani atleti. A tal proposito si fa presente che l’intervento dell’ambulanza in manifestazioni Club è estremamente raro, dimostrando quanto ci si concentri sul controllo del pony e la preparazione tecnica dei partecipanti.
La sicurezza del cavaliere e del pony è sempre una priorità, attraverso le specialità Club i bambini imparano a montare in sicurezza e sviluppare la reattività che permette loro di trovare in modo veloce la soluzione più adatta a diversi problemi.
L’approccio inclusivo e formativo del Pony Club
In sintesi, l’approccio ludico al mondo equestre si distingue per il suo focus sull’apprendimento, la sicurezza e la crescita graduale dei giovani cavalieri, con l’obiettivo di creare un ambiente stimolante, ma senza le pressioni di una competizione agonistica vera e propria.
Nel mondo Club, i bambini sviluppano consapevolezza di sé e autonomia attraverso la cura dei pony e la partecipazione a attività sportive. Gestire il proprio animale e affrontare sfide come percorsi e giochi stimola l’autosufficienza, la fiducia nelle proprie capacità e la responsabilità. Inoltre, migliorano le loro competenze relazionali e sociali, imparando a lavorare in gruppo e a confrontarsi positivamente con gli altri. Queste esperienze contribuiscono a una crescita psicologica ed emotiva che li prepara a gestire le difficoltà della vita con maggiore resilienza e sicurezza.