Bologna, 26 maggio 2020 – Novità ai Pratoni del Vivaro. Ce le ha raccontate Mauro Checcoli, che del completo azzurro è l’icona più fulgida in campo internazionale. Medaglia d’oro individuale e a squadre in sella al grigio irlandese Surbean ai Giochi di Tokyo 1964, due volte presidente della Fise dal 1988 al 1996, presidente dell’Accademia olimpica nazionale italiana, e da ultimo fondatore dell’Accademia Caprilli, associazione che riunisce alcuni tra i più celebri campioni azzurri della sella, a lui va il merito di aver strappato al declino i Pratoni del Vivaro, rilanciandoli come Centro Equestre Ranieri Di Campello.
Ebbene la novità è che ai Pratoni del Vivaro qualsiasi cavaliere che voglia migliorare la propria equitazione, indipendentemente dal tipo di tesseramento di cui sia o non sia in possesso – Fise, Enti di promozione sportiva, o altro – potrà prenotare uno stage di tre giorni o di una settimana, durante il quale sarà seguito da istruttori straordinari come i campioni facenti parte dell’Accademia Caprilli: lo stesso Mauro Checcoli, Adriano Gigli, Deodato Cianfanelli, Tiziano Bedonni. Se il numero di iscritti a questi corsi sarà cospicuo ai docenti si aggiungeranno altri nomi dell’Olimpo equestre azzurro come Filippo Moyersoen (Olimpiadi di Los Angeles 1984), Bartolo Ambrosione (Olimpiadi di Los Angeles 1984 e Seul 1988), Federico Roman (oro individuale a Mosca 1980) e Marina Sciocchetti (nella Nazionale insieme a Roman a Mosca ’80 e con lui medaglia d’argento di squadra).
Chi non vorrebbe frequentare uno stage, di un semplice week-end o di una intera settimana, avendo per “istruttore” qualcuno dei nomi di cui sopra? E non serve nemmeno portare il proprio cavallo, perché l’Accademia Caprilli, che organizza questi stages, può noleggiare a chi lo richiedesse un cavallo all’altezza, scelto tra quelli dei corsi istruttori. Per sapere come fare a iscriversi, con o senza cavallo, per tre o per sette giorni, quale autorizzazione a montare serve, il costo degli stage (peraltro davvero accessibili), date degli stage e quant’altro basta andare sul sito www.accademiacaprilli.it
Tra le diverse attività che si svolgono ai Pratoni del Vivaro, accanto all’attività agonistica che quest’anno è stata sospesa per la pandemia (c’erano in programma due completi internazionali e comunque verrà ripresa dal prossimo settembre), il Centro Equestre Raniari Di Campello ospita i corsi istruttori Fise (anch’essi sospesi, riprenderanno a settembre), i corsi accademici dell’Università di Roma-Foro Italico (leggi Coni) con laurea triennale in scienze motorie con specializzazione nelle discipline equestri. I Pratoni del Vivaro ospitano anche il Master di equitazione del corsi di laurea triennali svolti dall’Università della Tuscia.
Dunque gli stages aperti a cavalieri di qualsiasi ordine e grado introdotti ora sono soltanto una delle tante attività che l’importante impianto sportivo dei Pratoni, conosciuto in tutto il mondo (fu edificato sugli incomparabili terreni in dislivello dei Castelli Romani per le Olimpiadi di Roma 1960, poi divenne il Centro equestre Federale e ospitò il completo e gli attacchi dei Weg di Roma 1998).
Per concludere un po’ di cronaca e di prospettive future… Per i corsi di laurea triennali ai Pratoni sono già arrivate richieste di iscrizioni anche dall’estero, in particolare dal Giappone e dalla Cina e se in futuro ci saranno studenti stranieri Checcoli e la “sua” Accademia Caprilli avrebbero “fatto la quadra”, ricostituendo quello che lo Stato non è riuscito a fare più dalla fine della Seconda guerra mondiale, dopo che l’Esercito è smontato di sella: un’Accademia di equitazione italiana, dove l’insegnamento tecnico sia ispirato al “Sistema naturale di equitazione” di Federico Caprilli e dove non mancherebbe nemmeno la celeberrima “Sezione stranieri”, quando le Cavallerie di tutto il mondo inviavano i loro ufficiali a studiare il metodo italiano a Pinerolo, all’epoca la Harward dell’equitazione. Oggi non sarebbero più soltanto militari come allora, perché al giorno d’oggi l’equitazione non è più soltanto militare, ma anche l’Italia avrebbe la sua Accademia come Saumur in Francia, Sandringham in Gran Bretagna, Jerez de La Frontera in Spagna, Warendorf in Germania e via dicendo.
Un sogno? Ricordiamoci che “…i sogni sono soltanto la lunga ombra del vero…”.
di Paolo Manili