Bologna 28 gennaio 2021 – Come in una sorta di scala cromatica, anche l’olfatto risponde a diversi ‘gradi’ di sollecitazioni. Per chiunque esiste il concetto di puzza, quello intermedio di odore e il più gradevole profumo.
Come questa scala si applica, a parte casi eclatanti, è tuttavia una questione personale. Addirittura legata alla memoria, ci spiegano gli esperti. Un po’ come il gusto della ‘petit madeleine’ di Proust. Una banale merendina che attraverso la memoria diventa meglio di una Sacher torte.
E sull’individualità del gradimento olfattivo devono aver riflettuto a lungo i francesi quando, recentemente, hanno riconosciuto al letame, sterco di cavallo in primis, il titolo di appartenenza al ‘patrimonio sensoriale della campagna’.
Non una puzza quindi, bensì un percorso sensoriale nella tradizione ‘paysane’.
La decisione è stata presa all’unanimità dal Senato francese che ha varato una legge indirizzata ai tanti cittadini che, una volta trasferiti in campagna, passano il tempo a lamentarsi di suoni e odori che non immaginavano neppure.
Suoni e odori abbiamo detto, perché il caso che ha sollevato la questione arriva dritta dritta dalla cronaca. Nell’Ardeche, un uomo esasperato dal canto mattutino dell’animale, ha ucciso il gallo del vicino a fucilate.
Ne è nata una sollevazione popolare e il gallo Marcello, questo il suo nome, è diventato il portacolori di chi chiede che la campagna conservi la propria identità.
Sterco di cavallo compreso. Che non puzza e semmai è un eccellente concime.
La legge ha immediatamente riscosso il favore degli agricoltori e degli allevatori francesi, soprattutto tra quelli di bovini ed equini.