Bologna, 17 luglio 2022 – Il beneficio d’inventario ci sta tutto visto che i numeri non sono facilmente verificabili. Ma se si volessero prendere per buoni quelli apparsi a seguito di un report di circa 260 pagine dell’Art Development Center of the Ministry of Culture and Tourism cinese…
Secondo gli organi ufficiali, in Cina, i circa 120mila cavalli impiegati nei club del paese, servirebbero la domanda di 1,19 milioni di persone che, soprattutto nel post pandemia, si sono rivolti agli sport in sella. Per la Cina significa un incremento del 20% in soli due anni.
Al di là dei centri equestri, nel paese si conterebbero 3,67 milioni di cavalli. Di questi oltre 100mila sarebbero utilizzati per scopi ludici e turistici. Circa 30 milioni di cavalieri e amazzoni – occasionali e non – contribuirebbero a un movimento di denaro pari a quasi 9 milioni di euro all’anno.
Oltre alle attività equestri, i numeri dei cavalli in Cina vanno di pari passo anche quando si tocca la sfera ‘culturale’ equestre. Massimo sviluppo infatti anche per tutto ciò che riguarda arte e storia equestre che sembrano essere particolarmente apprezzati quali retaggi storico-tradizionali del paese.
Il principale polo di attrazione equestre della Cina, nella cittadina di Datan, nella provincia autonoma del Fengning Manchu nel nord del paese, vicino a Pechino, riporta la cifra di 2,6 milioni di visite nel 2019, con il coinvolgimento di almeno 4500 cavalli.
Con numeri di questo genere – se verificati – viene da pensare che l’enorme paese abbia davvero una propensione ‘autonoma’ per il nobile animale… E potrebbe costituire una finestra di interesse certo anche per i mercati del Vecchio Continente.