Castiglione della Pescaia, 31 ottobre 2024 – Ci stavano lavorando da anni, a questo corso: e finalmente è partito, nei giorni scorsi le prime lezioni teoriche del percorso di studi che durerà 900 ore – e parecchi colpi di martello a cantare sull’incudine.
Finanziato dalla Regione Toscana, realizzato dall’agenzia di formazione Pitagora Training Center e fortissimamente voluto dal Cavaliere Prisco Martucci e dal dottor Stefano Manocchio, medico veterinario fornirà ai diplomati le competenze di Addetto al pareggio, ferratura dello zoccolo equino/bovino e forgiatura dei ferri: quello che è il maniscalco, per dirla breve.
Una bella soddisfazione, Cavaliere Martucci.
“Sì, soprattutto è stato difficile perché in Toscana non esisteva ancora la figura del Maniscalco su registro regionale, quindi abbiamo dovuto crearne la figura professionale e farla approvare: questo è stato sicuramente il passo più difficile. L’altra difficoltà da superare era trovare l’accesso ai fondi del PNRR necessari a renderlo completamente gratuito per gli iscritti”.
Il percorso didattico sarà piuttosto oneroso, specialmente per quanto riguarda i materiali delle prove pratiche.
“E’ impegnativo perché le materie prime oggi hanno un costo esagerato: parliamo di ferro, carbone, elettricità per le forge, gas, chiodi per un corso che dura 900 ore di cui 600 di pratica. Fortunatamente la Regione Toscana ci ha aiutati e supportati lungo tutto il percorso, altrimenti sarebbe stato impossibile realizzarlo”.
Quanti sono gli iscritti?
“Sui 15 posti disponibili abbiamo 10 allievi che hanno effettivamente iniziato il percorso, tutti domiciliati qui in Toscana come da requisiti richiesti dal bando”.
Sembra incredibile che in una regione a fortissima vocazione equestre come la Toscana non fosse già regolamentata la figura del maniscalco.
“In realtà era stata codificata una figura che era un po’ palafreniere, un po’ tecnico di scuderia e un po’ addetto alla ferratura: ma non era esattamente quello che intendevamo noi per ‘maniscalco’ puro. Quindi abbiamo dato il via a questo iter che è da intraprendere in modo autonomo per ogni regione, così come succede per i registri delle altre professioni come il falegname, l’elettricista, l’idraulico”.
Come si forma un maniscalco, propriamente detto?
“Il nostro corso ricalca lo schema di quello della scuola militare (Martucci, formatosi a Pinerolo, per anni è stato il responsabile dei corsi maniscalchi dell’Esercito al Ce.Mi.Vet. di Grosseto): per prima cosa curiamo la formazione di base, la sicurezza e come ci si muove attorno a un cavallo e la teoria, con lo studio dell’anatomia del piede equino. Poi cominciamo a lavorare con la forgia, l’incudine, i ferri caldi e quindi, dopo aver fatto pratica con i preparati anatomici, su soggetti equini in carne e ossa. Una volta superato il corso ogni allievo prenderà la sua strada: gli ambienti di cavalli sono tanti, dal cavallo da concorsoa quello da passeggiata, c’è il cavallo americano, il mondo del trotto e del galoppo: tute specializzazioni differenti che però necessitano della stessa formazione di base”.
Buon lavoro a tutti: e tanto di cappello a chi ha scelto di investire su professionalità e formazione, perché i mondi del cavallo ne hanno bisogno.