Roma, 27 gennaio 2025 – L’entrata in vigore del Decreto Fiscale Omnibus il 7 ottobre 2024, ha reso ufficiale la riduzione dell’aliquota IVA per la compravendita di cavalli destinati a scopi non alimentari. Una misura che diventa strutturale e offre finalmente un sostegno fiscale concreto alla filiera equina. Da ora in poi, la cessione di cavalli vivi con finalità non alimentari beneficerà di un’aliquota ridotta del 5%, un cambiamento che ha un impatto significativo per gli operatori del settore, dai centri ippici agli allevatori, e che risponde a un obiettivo di rilancio per il comparto.
Nella Tabella A, parte II, allegata al DPR n. 633 del 1972, in vigore dal 1 gennaio 2025, tra i beni e servizi soggetti all’aliquota del 5% vengono citati: “1-octies) cavalli vivi destinati a finalita’ diverse da quelle alimentari per cessioni che avvengono entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello della nascita”.
Il nuovo regime fiscale, ormai legge dello Stato, prevede che l’aliquota ridotta si applichi alle cessioni di cavalli destinati ad attività sportive, ricreative o di altro tipo non alimentare, con l’importante limitazione temporale di 18 mesi dalla nascita degli animali. Questo intervento ha l’obiettivo di incentivare la compravendita di puledri, una fascia di mercato che riveste una rilevanza fondamentale per il settore, sia a livello professionale che amatoriale.
L’introduzione di un’aliquota IVA ridotta per i cavalli destinati a scopi non alimentari è una misura che si inserisce nel più ampio progetto di sostegno alla filiera equina, che ha visto una crescente attenzione negli ultimi anni. Il settore, infatti, è protagonista non solo in ambito sportivo e agonistico, ma anche in attività come terapia assistita con i cavalli e altre pratiche legate al benessere animale e umano.
Con la conversione in legge, il Decreto Legge 113/204, noto come Decreto Omnibus, ha modificato la Tabella A del DPR n. 633/1972, introducendo una nuova categoria fiscale per i cavalli vivi destinati a finalità non alimentari. Prima dell’entrata in vigore della legge, i cavalli rientravano tra i prodotti agricoli, con un’aliquota standard del 22%. Ora, grazie alla nuova norma, l’aliquota IVA applicabile è stata ridotta al 5%, configurandosi come una vera e propria agevolazione fiscale permanente per il settore ippico.
L’introduzione di questa misura fiscale rappresenta un passo avanti fondamentale per il settore ippico, che da sempre ha affrontato difficoltà fiscali e burocratiche. Con l’aliquota IVA ridotta al 5%, gli operatori del settore avranno maggiore liquidità da reinvestire nelle loro attività, facilitando la compravendita di puledri e cavalli giovani, nonché l’ingresso di nuovi attori nel mercato. Si prevede inoltre che la riduzione fiscale possa favorire l’accessibilità delle attività equestri a un pubblico più ampio, includendo anche persone con disabilità, grazie alle pratiche di ippoterapia e alle iniziative di inclusione sociale che sempre più stanno caratterizzando l’uso del cavallo in Italia.
Oltre a rappresentare una spinta per la crescita del settore, l’entrata in vigore della legge ha anche un’importante valenza sociale. L’uso del cavallo per la riabilitazione e il miglioramento della qualità della vita di persone con disabilità o in situazioni di svantaggio sociale è ormai consolidato in molte strutture. L’aliquota IVA ridotta contribuirà a migliorare l’accessibilità a queste pratiche anche per chi ha risorse economiche limitate, dando più opportunità alle persone di beneficiare degli effetti terapeutici e formativi offerti dal cavallo.