Bologna, 21 settembre 2023 – In Giappone, il business del sashimi di cavallo (basashi o altre preparazioni) è enorme: è valutato intorno a 93 milioni di dollari (dato corrispondente agli ultimi cinque anni) con circa 45mila cavalli importati, a oggi, nel Paese del Sol levante dal Canada dal 2013. E i dati economici arrivano proprio dalla nazione del Nord America che da sempre è uno degli ‘hub’ per la partenza dei cavalli vivi destinati a essere macellati in ogni angolo del pianeta. Ma qualcosa, forse, sta cambiando anche nel deregolamentatissimo paese di Justin Trudeau.
Pare infatti che l’ufficio del Primo Ministro sostenga una proposta di legge presentata dal liberale Tim Louis il 19 settembre scorso. L’obiettivo della proposta sarebbe vietare il trasporto di cavalli vivi in Giappone per la macellazione. Louis è un membro della commissione permanente per l’agricoltura e ha fatto una vera e propria opera di sensibilizzazione alla Camera dei Comuni per ottenere il sostegno trasversale di tutti i partiti.
Attualmente, i viaggi della disperazione che portano i cavalli vivi dal Canada fino alle tavole giapponesi posso durare fino a 28 ora (durata massima come previsto dalla legge canadese). Ovviamente senza cibo né acqua.
A dire il vero, già in passato Trudeau si era espresso in merito al varo di un divieto per il trasporto di animali vivi destinati alla macellazione… Era il 2021 ma poi non se ne era fatto più nulla.
Dal canto loro, i giapponesi fanno – e mai il termine fu più appropriato – orecchie da mercante.
In una dichiarazione, Kayako IIda, primo segretario dell’ambasciata giapponese in Canada ha affermato che per quanto anche il suo governo abbia a cuore il benessere degli animali, ritiene che la strada migliore da seguire sarebbe quella di sancire nuove regole per il trasporto di un ‘bene’ che per il suo Paese ha davvero molta importanza.
Francia vs Giappone
Mentre il Canada ‘studia’ e il Giappone non accenna a voler modificare le proprie abitudini alimentari, la Francia veleggia verso un progetto di legge. Che punterebbe addirittura a vietare il commercio e l’utilizzo della carne equina. In pratica per i francesi si equiparerebbero i cavalli a cani e gatti, ovvero animali da compagnia, con relativo divieto di consumarne le carni. La proposta è partita dal deputato Nicolas Dupont-Aignan che cerca ora un appoggio politico trasversale affinché tutto non si areni nel sistema di legiferazione francese.
E prima delle leggi, su questo sgradevole argomento pare sia già arrivato il ‘comune sentire’ dei francesi. Che negli ultimi anni pare abbiano voltato le spalle ai piatti con carne equina. Rispetto agli Anni ’70, in Francia il consumo di carne di cavallo ha avuto un crollo dell’80%. Nel solo 2022 del 5%.
E l’Italia? Beh, il nostro paese è sicuramente un fronte difficile… Continuiamo a essere i primi consumatori di carne equina in Europa e la stima è che vengano macellati 25mila esemplari all’anno per uso alimentare. Meglio di noi perfino la Grecia. Che già nel 2020 ha avuto la capacità di chiudere questo capitolo ‘alimentare’, mettendo al bando la macellazione per consumo alimentare e facendo ‘l’up-grade’ dei cavalli ad animali di affezione.