Roma, 26 Giugno 2024 – Alla base della costruzione efficace ed equilibrata del binomio uomo/cavallo, a prescindere dalla disciplina che si pratica, c’è un profondo percorso di confronto che ci insegna a comprenderci, metterci in relazione e interpretarci nel modo corretto.
Per analizzare i vari passi di questo cammino conoscitivo sono di fondamentale aiuto i principi di base dell’addestramento che delineano tre diverse fasi:
- di conoscenza;
- di sviluppo della forza propulsiva in avanti;
- di sviluppo della forza propulsiva in alto.
Ognuna delle tre fasi può essere a sua volta articolata in diversi step, detti scala del training, che porteranno poi ad avere il cavallo negli aiuti.
“Il movimento è il prodotto di un’attività muscolare che non riguarda solo gli arti, ma tutto il corpo del cavallo e come tale è modificabile e migliorabile con l’addestramento e la ginnastica”.
Ritmo, decontrazione e contatto sono alla base della fase della conoscenza; il ritmo è l’intervallo delle battute sul terreno, è importante che questo sia costante durante il lavoro, a tutte le andature e nelle variazioni all’interno delle stesse, in linea retta così come nei cambi di direzione. “Parte integrante del ritmo è lo schema motorio caratteristico di ciascuna andatura che è determinato dalla sequenza corretta. Detto schema motorio ben preciso, denominato sequenza dell’andatura, alterna levate, posate e tempi di sospensione. La diversa successione di questi movimenti costruisce un poligono di appoggio che permette al cavallo di mantenersi in equilibrio e spostarsi in avanti. La massa del cavallo, avanzando e modificando i propri poligoni di appoggio, crea una variazione della disposizione del centro di gravità. Per fare in modo che permanga una situazione di equilibrio ,la massa stessa, e soprattutto l’incollatura-bilancere, debbono concorrere a riportare il baricentro sulla base di appoggio”.
La decontrazione si percepisce nella scioltezza e impegno muscolare del cavallo nel lavoro, tanto più è sciolto, attento e disponibile alle richieste del cavaliere tanto più sarà sereno e psicologicamente predisposto alla collaborazione.
Il contatto si esprime nell’unione elastica, costante e serena tra la mano del cavaliere e la bocca del cavallo. Quando questo legame è sinergico il movimento è fluido e armonioso.
Le varie fasi sono strettamente legate e interagiscono l’una con l’altra infatti la seconda fase dello sviluppo della forza propulsiva in avanti, ha alla base decontrazione e contatto per poi svilupparsi nell’impulso, strettamente legato alla meccanica dello schema motorio. Semplificando l’impulso può definirsi come la completa disponibilità del cavallo nell’ascolto del cavaliere che dimostra impegnando il treno posteriore senza irrigidire la schiena, si definisce come la capacità di “spingere peso e portare peso” senza perdite di equilibrio. Il quarto step della seconda fase è la necessità di avere il cavallo dritto ovvero muscolarmente simmetrico, dove le spalle siano in linea con le anche, affinché possa utilizzare efficacemente la spinta del posteriore.
La terza ed ultima fase (sviluppo della forza propulsiva in alto) riprende anch’essa degli elementi della precedente, impulso e cavallo dritto, necessari al raggiungimento della maggior espressione del cavallo negli aiuti ovvero la riunione, ovvero la capacità del cavallo di portare peso sui posteriori e contemporaneamente di spingerlo in avanti e in alto.
Il corretto addestramento mira ad avere un cavallo comodo, volenteroso e soprattutto in salute.
Il treno anteriore è deputato ad ammortizzare il movimento, mentre il treno posteriore a spingere.
“Attraverso la riunione il treno posteriore deve chiudere maggiormente i raggi articolari costituiti dalle articolazioni delle anche e delle ginocchia. Così facendo i posteriori avanzano più vicini al baricentro del cavallo e caricano più peso. Conseguentemente le spalle sono alleggerite e possono muoversi con un movimento più ampio e con maggiore libertà. Ogni cavallo deve ottenere un certo grado di riunione, in relazione alla sua conformazione, al suo grado di addestramento e allo scopo per il quale viene impiegato.
Un corretto impegno nel lavoro del cavallo deve porre l’attenzione sulla preparazione fisica dello stesso utilizzando la ginnastica in maniera sistemica, nell’esercizio quotidiano; e funzionale, improntata allo specifico miglioramento del cavallo e della sua muscolatura.
“Il muscolo lavora contraendosi ed estendendosi: in modo isometrico quando non modifica la sua lunghezza, in modo concentrico quando si accorcia, in modo eccentrico quando si allunga.
I muscoli intervengono nelle varie fasi del movimento in accordo tra loro; nell’agire, le fasce muscolari (muscoli agonisti) incontrano fasce muscolari antagoniste che dosano e regolano il movimento (muscoli antagonisti). Nella complessità del movimento le fasce muscolari operano in sinergia. Più un muscolo è esercitato più le sue fibre aumentano in forza e dimensione.
Alla base dei principi dell’addestramento c’è l’armonia dei movimenti chiara manifestazione della serenità psico-fisica del cavallo, disposto ad assecondare senza coercizione l’indicazione del cavaliere al fine del raggiungimento del benessere di entrambi.
Fonte: Testo Guida per la formazione professionale dell’istruttore di equitazione (Federazione Italiana Sport Equestri)