Il tema dell’approvazione sociale degli sport equestri è stato abbracciato da tempo dalla Fei, il massimo ente che li governa. Alla Federazione Equestre Internazionale si sono resi conto che, oltre il confine degli appassionati e dei praticanti, l’impiego dei cavalli come compagni di sport non è accolto con abbastanza favore da chi ‘guarda’ dall’esterno.
Tante cose non sono chiare, tanti cattivi esempi hanno inquinato la reputazione degli sport equestri… Non è mai stato speso abbastanza tempo per far comprendere e far conoscere a chi non appartiene al ‘circolo magico di quelli dei cavalli’ quale sia il rapporto intimo e unico tra un cavaliere e il suo cavallo. In pratica, non sono mai stati forniti a tutti gli strumenti per farsi un’idea e poi scegliere con sufficiente conoscenza.
La consapevolezza nel campo del benessere animale cresce di giorno in giorno. La coscienza collettiva verso un rinnovato rispetto per il cavallo come essere senziente e compagno di sport sta facendo passi da gigante in un settore che tradizionalmente ha esibito una certa lentezza verso le innovazioni. Eppure, con tempi e dinamiche proprie, è innegabile che sia in atto un cambiamento.
Spesso non facile. Fatto di equilibri delicati e, in qualche caso, non aiutato neppure da coloro che lo chiedono.
Un lavoro copernicano
La Fei, Federazione Equestre Internazionale, si sta facendo ferma promotrice di questa onda di rinnovamento e, settore per settore, sta mettendo in atto molte contromisure volte alla tutela del benessere del cavallo. Eppure, recentemente, ha dovuto diramare una dichiarazione che lascia intendere poca uniformità sul fronte del nuovo corso della consapevolezza sul benessere.
In virtù e grazie ai tanti sforzi (anche all’interno il mondo equestre presenta delle rigidità su cui tutti stanno lavorando), le cose stanno lentamente progredendo. Anche se, in alcuni casi, ci sono ancora delle smagliature in una corretta presentazione dello sport. Spesso proprio derivate da ‘inciampi’ di chi, da insider, dovrebbe invece avere come primo obiettivo quello di far condividere la magia di uno sport fatto INSIEME al cavallo.
Recentemente, durante una competizione di dressage di altissimo livello, è capitato che la telecronaca abbia travalicato la propria funzione e si sia trasformata in una sorta di querelle tra chi osservava da fuori e chi invece era deputato al giudizio dei lavori in rettangolo.
Ne è derivato un qualcosa che al posto di promuovere la disciplina, ha alimentato – in maniera reputata inopportuna – una sterile polemica. Il tutto a danno dello sport.
La Fei ha preso posizione e questa è la comunicazione che ne è seguita. La riportiamo integralmente affinché, con la massima trasparenza, tutti si possano fare la propria idea.
La nota della Fei
La FEI riconosce il ruolo inestimabile che i media e la ricerca svolgono nell’evidenziare le problematiche del nostro sport. Senza un giornalismo responsabile e senza il lavoro della comunità accademica di tutto il mondo, lo sport equestre non si sarebbe evoluto fino al livello di professionalità e di benessere che vediamo oggi.
Rispettiamo la diversità delle voci all’interno della comunità equestre, comprese quelle che mettono in discussione le nostre pratiche e ci spingono a migliorare continuamente. Queste voci ci fanno da specchio, aiutandoci nel nostro lavoro quotidiano per garantire che il benessere del cavallo rimanga la nostra massima priorità. Riconosciamo anche i molti giornalisti che riportano notizie con integrità e professionalità e apprezziamo il loro ruolo nel mantenere la comunità equestre informata e responsabile.
La FEI accoglie con favore le discussioni aperte sul ruolo del cavallo nello sport, ma è fondamentale che tali discussioni si basino su informazioni accurate e su un dialogo costruttivo. La disinformazione – sia essa dovuta a omissione, travisamento o mancanza di contesto – può fuorviare il pubblico e danneggiare la fiducia nello sport.
Alcuni atleti di Dressage e Official della FEI si sono trovati nel mirino e hanno dovuto affrontare accuse su fatti non verificati da parte di alcuni media. È scoraggiante vedere professionisti che hanno dedicato la loro vita alla cura dei cavalli e allo sport sentirsi sottoposti a pressioni indebite da parte di chi cerca di diffondere disinformazione.
Il cambiamento deve naturalmente venire dall’interno, guidato da un impegno condiviso per il benessere dei cavalli e l’eccellenza sportiva. La FEI rimane impegnata ad ascoltare, imparare ed evolvere. Pur sostenendo pienamente la necessità di affrontare con fermezza comportamenti illeciti all’interno dello sport, è ingiusto sottoporre l’intera comunità a sospetti e critiche. Il vero progresso richiede collaborazione e un ambiente sicuro in cui gli individui possano riflettere e adattarsi senza temere di essere messi alla gogna pubblicamente.
I media sono fondamentali per lo sport equestre. Abbiamo l’esigenza che coloro che ne parlano, lo facciano in modo corretto e accurato.