Bologna, 14 novembre 2022 – Nel vocabolario di tutti noi stanno entrando parole nuove che lasciano presagire a nuovi orizzonti e nuovi mondi. Si parla di metaverso, di vision, di realtà aumentata… In sintesi di futuro tra contenuti e tecnologia. Ovvero di quale sarà la nostra realtà e la sua percezione nel breve-medio termine. Nel mondo degli sport equestri e – più in generale – di qualsiasi pratica che coinvolga i cavalli, il termine che sta prendendo sempre più piede è ‘licenza sociale’. Social licence per chi predilige il termine anglofono.
La patente di accettabilità
L’insanabile dissidio tra i ‘cavallari’ e gli ‘animalisti’ potrebbe finalmente aver raggiunto una dimensione perimetrabile. E questo grazie allo sforzo impiegato per provare a vedere le cose dal punto di vista dell’altro.
Partiamo da un dato di fatto inconfutabile: la maggior parte delle persone non ha famigliarità con le ‘cose’ equestri. Ed esprime il proprio giudizio sull’impiego dei cavalli nello sport in maniera totalmente ’laica’. In pratica non appartiene a una fazione o all’altra ed esprime sensazioni e valutazioni basandosi esclusivamente sulla base delle proprie idee.
Con questo coraggioso assunto sul tavolo, la Fei, l’ente di vertice degli sport a cavallo nel mondo, ha istruito uno studio molto approfondito di carattere socio-culturale da cui è emersa l’urgenza di trovare per gli sport equestri un punto di caduta condivisibile anche con quanti, appunto, non conoscono i cavalli. A questo punto di caduta è stato dato il nome di social licence, in parole povere una sorta di ‘patente sociale’ di accettabilità.
Da un lato c’è il mondo degli sport equestri – che per sopravvivere e crescere in salute ha necessità di essere ‘approvato’ dal pubblico generalista. Dall’altro c’è chi ha il diritto ad arricchirsi dello spettacolo dei cavalli in chiave moderna, adeguata al sentiment del 2022 e non solo avvolta nel chiaro-scuro polveroso della nostalgia per i tempi passati.
Uno studio tra la gente
È esattamente con un dibattito fortemente costruttivo su questi temi che si è aperta la prima sessione dei lavori dell’Equine Ethics and Wellbeing Commission (EEWB), in seno al Meeting Annuale Fei di Città del Capo.
Ed è stato subito chiaro e condiviso che l’unica via che gli sport equestri hanno per conseguire la loro social licence – e conseguentemente garantirsi un futuro sempre più rivolto a un più largo pubblico – passa indissolubilmente dal benessere dei cavalli.
«Abbiamo bisogno di confermare e rinforzare la posizione degli sport equestri nella società moderna – ha dichiarato Ingmar De Vos, neo-rieletto presidente Fei – Per fare ciò dobbiamo avere il coraggio di guardarci nello specchio e accettare non solo quello che noi vediamo ma anche ciò che il pubblico generalista ‘senza filtri’ vede».
Secondo lo studio commissionato dalla Fei e svolto dalla professoressa Natalie Waran, in estrema sintesi i sei pilastri fondamentali sui quali lavorare per l’ottenimento della social licence da parte degli sport equestri sono:
- Evidenza: migliorare la credibilità attraverso la ricerca.
- Educazione: Promuovere un trasferimento efficace delle conoscenze per garantire standard ottimali di benessere degli equini.
- Coinvolgimento: Richiedere trasparenza, attraverso una comunicazione chiara e tempestiva.
- Regolamentazione efficace: Salvaguardare il benessere degli equini, soprattutto in presenza di programmi contrastanti.
- Applicazione: Garantire una chiara comprensione delle regole e un’effettiva osservanza da parte di tutti coloro che sono coinvolti con i cavalli sportivi.
- Responsabilizzazione: Promuovere una cultura di responsabilità personale per il benessere degli equini.
Per approfondire i termini dello studio della Fei e della professoressa Natalie Waran, sono a disposizione due differenti report. Il primo condotto tra gli stakeholders del mondo equestre. Il secondo condotto tra il pubblico più generalista. Si tratta di una lettura assai interessante, che fa luce sulla motivazione insita nel concetto di ‘patente sociale’. I report integrano un terzo documento che illustra invece la vera necessità dell’approvazione collettiva affinché gli sport equestri possano conservare la loro posizione nella società del futuro.
Per capire meglio…
- Report tra gli addetti ai lavori CLICCA QUI
- Report tra il pubblico generalista CLICCA QUI
- Social Licence, che cos’è e perché serve CLICCA QUI
Al momento i report scaricabili sulla ‘patente sociale’ sono disponibili in formato pdf in inglese