Bologna, 12 marzo 2021 – All’interno delle iniziative del Parco Equestre del Mediterraneo, il 10 marzo, in streaming dal Palazzo Reale di Ficuzza, sono stati presentati i lavori del tavolo tecnico Sviluppo e Marketing. Il già collaboratore di Cavallo Magazine Franco Barbagallo, coordinatore del tavolo tecnico sul Turismo Verde ed Equestre, ha annunciato che il trainer di equitazione classica Craig Stevens, avrebbe espresso il desiderio di riavvicinarsi alle sue radici siciliane.
Perché? Per poter insegnare a giovani cavalieri e a cavalli siciliani il suo metodo di “Mediterranean Horsemanship”.
I suoi bisnonni, si chiamavano Giambrone, un nome di origine palermitana legata a un toponimo.
Le vie del destino…
Racconta Barbagallo: «Ho conosciuto Craig una decina d’anni fa, grazie a Ed Dabney che è stato a lungo un suo allievo. Per mail raccontai a Stevens di tutto ciò che avevo appreso sulla storia e cultura equestre siciliana dall’ippologo e storico Pucci Majorana. In quel momento Stevens stava scrivendo un libro sul suo metodo di insegnamento del dressage e dell’equitazione classica “gentile e leggera”, nei quali vi erano anche dei capitoli sulla storia dell’addestramento».
«Quando Stevens lesse la mia mail – prosegue Barbagallo – fu così sorpreso dalle mie notizie che andavano indietro nel tempo fino a 2500 anni fa, che sospese i lavori e partì subito per la Sicilia. Vi rimase per alcune settimane presso l’allevamento di Purosangue Orientali siciliani di Majorana. Dopo aver lavorato insieme anche sui metodi di addestramento utilizzati dal Majorana, decise di buttare via tutto ciò che aveva scritto fino ad allora. Una volta finito il libro, lo intitolò proprio “Mediterranean Horsemanship”. Si era reso conto che tutto era nato proprio lì. In Magna Grecia e, in particolare, in Sicilia. Da Siracusa, Agrigento e le altre città, dove si allevavano e addestravano i cavalli corsieri che vincevano così spesso i giochi olimpici di Atene nelle specialità equestri. E anche lui, come i suoi bisnonni, veniva proprio da lì».
Craig Stevens, oggi vorrebbe tanto trasferire proprio a giovani cavalieri e cavalli siciliani, il suo enorme sapere per “trasformare le loro menti e corpi per diventare eccellenti cavalieri di dressage e di alta scuola che capiscano davvero l’eredità propria e dei cavalli di Sicilia, per mantenere vive la loro più antica, fiorente e alta tradizione equestre oggi, forse, smarrita.”
Il sogno, il progetto
L’idea consiste nel creare in Sicilia, un’Accademia Equestre dove Stevens possa formare, in 3 anni di lavoro assiduo, un certo numero di giovani cavalli e cavalieri siciliani. Quando, per sopraggiunti limiti d’età, Stevens non potrà più seguire direttamente il training, gli piacerebbe lasciare il testimone ad altri suoi allievi. Molti sono già trainers internazionali. Il tutto al fine di attrarre in Sicilia il congruo numero di cavalieri stranieri di fascia molto alta pronti per realizzare delle “vacanze a cavallo a orientamento e di specializzazione tecnica”.
Il Parco Equestre del Mediterraneo promuoverà e sosterrà questa iniziativa. Oltre che dal punto di vista culturale, anche di sostenibilità e interesse economico, prestigio, visibilità, internazionalizzazioni della cultura equestre siciliana ai livelli più alti.
Esse rappresentano un mercato di assoluto valore da “non perdere”.
Sul dove le porte sono ancora tutte aperte. A patto che si trovino le condizioni giuste e interlocutori di “visione”. Appassionati che sappiano cogliere al volo una occasione con un peso specifico così alto e prestigioso.