Vicenza, 17 marzo 2020 – Un vero e proprio tesoro: è l’antico sediolo che potrete vedere, volendo, a Bassano del Grappa se una volta finita questa clausura a fin di bene vi recherete a visitare il bellissimo Museo Civico della cittadina veneta.
Un pezzo di storia più unico (per epoca di costruzione) che raro.
In Italia ci sembra ne esistano solo altri tre, uno alle Gallerie Estensi di Modena, uno al Museo delle Carrozze di Piacenza e l’altro nella collezione del signor Ivo Baldisseri di Padova.
Si tratta quindi di un piccolo gioiello a cui sarebbe bello regalare nuova vita e una adeguata valorizzazione.
Dobbiamo dire grazie a Michele Toldo, medico veterinario con un debole per il dressage e Giulio Tronca che ce lo hanno segnalato.
“Tre anni fa circa” racconta Tronca, paradriver e appassionato di attacchi “sono andato a visitare una mostra sul fotografo Robert Capa al Museo Civico di Bassano del Grappa e per caso, passando per il chiostro laterale all’ingresso, ho visto questo splendido sediolo: un magnifico attacco di lusso degli inizi del 1700, antesignano degli odierni sulky utilizzati nel trotto”.
“Rimasi sbalordito, perché si trovava e si trova ancora in condizioni non certo ottimali per la sua conservazione: sotto al porticato del chiostro, quindi praticamente all’aperto, con escrementi di colombo sul sedile, senza vernice protettiva. Rientrando a casa ho subito chiamato il mio amico Ivo Baldisseri, giudice internazionale di attacchi di tradizione e collezionista di fama mondiale di carrozze e slitte d’epoca che abita a Fontaniva (PD), quindi vicino a me ed a Bassano del Grappa. Lui mi ha confermato che questa è una delle più antiche carrozze originali esistenti al mondo, della prima metà del XVIII secolo e completamente originale”.
Sappiamo bene quali sono le difficoltà cui vanno incontro le istituzioni quando si tratta di reperire fondi per il restauro, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio storico e culturale: e possiamo immaginare che non sia facile trovare quello che serve per questo sediolo.
Che però racchiude in sé un pezzo della nostra storia più bella: ricorda la sapienza e la genialità dei nostri artigiani e anche la passione di tanti allevatori e guidatori che diedero il via alla nascita del trotto inteso come disciplina ippica, così tipica e caratterizzante di queste zone del nord Italia.
Ce ne siamo innamorati ascoltando Giulio Tronca che ce lo ha raccontato con tanto trasporto.
“Perché è costruito con intelligenza, il sediolo se notate è poggiato non sull’asse delle ruote ma più avanti, verso le stanghe, così che la flessibilità di queste fungesse anche da ammortizzatore per il guidatore: e i fregi del sedile che richiamano l’estetica delle gondole fanno capire che chi lo ha costruito era qualcuno che, normalmente, costruiva le tipiche imbarcazioni veneziane”.
Che i sedioli ovviamente erano una chicca di lusso per amatori, una vera e propria fuoriserie che cooptava mani geniali da un altro artigianato altamente specializzato: mani prestate all’ippica, se vogliamo, con risultati di tutta eccellenza.
Ce la faremo a vedere questo tesoro restaurato, curato e reso di nuovo vivo, come quello di Modena? speriamo vivamente di sì.
Noi facciamo il tifo per loro, sarebbe bellissimo ed estremamente interessante poter vedere nascere un piccolo nucleo di informazioni legate ai cavalli e all’equitazione grazie ad un catalizzatore di interesse che, speriamo solo per il momento, è ancora in attesa di poter dire la sua.