Bologna, 12 gennaio 2021 – Oggi ricorre il ventennale dalla scoparsa di Giovanni Luigi Bonelli. Ai più noto come il ‘papà’ di Tex Willer. Nato nel 1908 a Milano, Bonelli ha dato vita a uno dei fumetti più noti e durevoli della storia, secondo probabilmente solo a Topolino.
Il suo eroe buono – vagamente ispirato a Gary Cooper – è un uomo della frontiera. Un ranger con la stella. E come è logico che sia va a cavallo. Il suo compagno si chiama Dinamite e, nato dal tratto di Aurelio Galeppini, non è l’unico equino della narrazione di Bonelli.
I cavalli appartengono alla vita del far-west e grazie a Bonelli-Galeppini, dal 1948 a oggi, appartengono anche a tutti noi.
Luigi Bonelli scrisse tutte le avventure di Tex Willer pubblicate fino alla metà degli anni ’80 e continuò a visionarle anche dopo. Sulla scia del suo fantastico lavoro, in 50 anni si sono alternati 28 disegnatori e 8 soggettisti.
Dopo 9 edizioni straniere, 53 mila tavole e una presenza nelle vendite da record, Tex Willer è ancora vivo e, insieme ai suoi compagni d’avventura, Kit Carson, il giovane figlio Kit e l’indiano Tiger Jack, ha conquistato il cuore di molte generazioni.
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