Bologna, 7 aprile 2022 – Una battaglia durata quasi un decennio è giunta al suo epilogo questa settimana in sede Ue. I 27 ministri delle finanze dei paesi aderenti all’Unione europea hanno concordato di includere le corse, l’allevamento e altri aspetti legati al cavallo in una lista di attività economiche per le quali gli stati membri saranno ora autorizzati a fissare le proprie aliquote di tassazione.
In molti dei principali paesi europei (Italia compresa), in virtù dell’appartenenza al comparto dell’agricoltura, una serie di attività legate al segmento equino hanno in passato goduto di un’aliquota di tassazione più bassa.
Ciò fino a quando, nel rispetto di una direttiva del 2006 volta ad armonizzare le aliquote in tutta l’Unione, dalla Eu hanno cominciato a fioccare sanzioni. Multe nei confronti dei paesi che non si erano adeguati.
Per Francia e Germania, tale adeguamento a suo tempo significò un aumento sostanziale. Che ha gravato soprattutto su commercio e spese di allenamento dei cavalli.
France Galop stimò che ottemperare alle direttive Ue poteva significare una riduzione fino a 1500 cavalli in allenamento. E fin da subito gli stakeholders del settore evidenziarono come fosse quindi a rischio una larga fetta di mercato, con ripercussioni significative dirette e sull’indotto.
Eppure, ci sono voluti quasi 10 anni e la serrata cooperazione internazionale per far sì che a Bruxelles si rimettesse sul tavolo il provvedimento.
I ‘cavalli di volata’ per questa lunga corsa sono stati Francesi, Tedeschi e Irlandesi, ovvero tre colossi dell’allevamento europeo. Nonché i paesi che erano stati più colpiti dalla direttiva.
La parola a Malivet
«Si è trattato di una lunga lotta». A parlare è Loic Malivet, presidente della federazione francese degli allevatori e vice presidente di France Galop. «Quando la Francia ha ricevuto la sanzione dall’Unione Europea, avevamo un’aliquota al 5,5 %. Poi è salita al 10 o al 20 %, a seconda dell’attività, e poi ai livelli attuali».
Per raggiungere l’obiettivo, c’è voluto uno sforzo congiunto di tutti i paesi in quanto la nuova direttiva doveva essere adottata da tutti i 27 ministri delle finanze.
Ora la palla è nel campo di ogni governo nazionale affinché ciascuno fissi le proprie aliquote nei molti settori del variegato mondo dei cavalli.
E allo stesso modo, nell’altra metà campo, è nelle mani delle diverse associazioni di settore. E della loro capacità di fare massa critica per ottenere dal proprio governo la migliore condizione.