Perugia, 4 settembre 2020 -Il divin pittore Pietro Vannucci, detto il Perugino, è nato a Città della Pieve nel 1446: e di quegli anni la cittadina umbra, che se ne sta di guardia sulle prime colline che si alzano dalla Val di Chiana verso il Lago Trasimeno, conserva ancora il dedalo di stradine ritagliate tra i mattoni di cotto rosso con cui è costruita e la quiete azzurra che spira dalle opere del suo cittadino più famoso.
Un paese vivace, comunque, con un ricchissimo calendario di appuntamenti che vengono portati avanti dall’amministrazione locale e dalle tante associazioni sportive e culturali che riuniscono i suoi abitanti: tra queste, diverse realtà che si occupano di cavalli ed equitazione come è logico che sia in un territorio che offre così ampie possibilità di essere goduto e percorso in sella.
Strade bianche e sentieri che si perdono nei boschi, lunghi percorsi galoppabili a livello di quella che una volta era la palude della Chiana uniscono gli angoli più belli di questo pezzo d’Italia, così ricco di testimonianze artistiche e storiche: qui l’arte e la cultura si possono davvero riscoprire a cavallo.
Ma quando si avvicinano le stagioni più fredde, magari è meglio smontare di sella e dedicarsi alle prime due opzioni…o forse no?
Noi scegliamo di tenerle unite ugualmente, e seguiamo un gruppo di cavalieri e amazzoni che hanno portato i loro cavalli a far risuonare le strade di Città della Pieve al suono ritmato dei loro zoccoli.*
Ma guarda caso, i luoghi in cui si soffermano sono tutti legati alla cultura, ai libri e alla storia; anche quella dell’equitazione, sì.
Il primo punto di sosta, ad esempio, è la biblioteca comunale Francesco Melosio che ha sede a palazzo della Corgna, e più precisamente in quella ala dove una volta c’erano le scuderie del duca Ascanio: il cortile quadrato, in cui è incastonato un bellissimo pozzo, conserva ancora le campanelle per i cavalli sulle colonne e oggi non occorre neanche un grande sforzo di immaginazione per fare finta di essere tornati indietro nel tempo, ed essere vicini ai destrieri di uno dei più abili cavallerizzi del Rinascimento.
Ascanio della Corgna, che fu qui il padrone di casa, era nato nel 1516 a Roma, nipote di papa Giulio III. Era un esemplare perfetto di gentiluomo rinascimentale: colto, studioso di architettura e amante delle arti, squisitamente elegante a Corte, formidabile schermidore, coraggioso sui campi di battaglia, arrogante e violento con chi lo importunava.
Il giovinotto era così scomodo per lo zio Papa da essere addirittura confinato per un certo tempo a Torino, con la scusa di doversi perfezionare nell’arte del cavalcare.
Ma il carattere impetuoso non gli fu certo di ostacolo nella vita delle armi e gli diede la spavalderia e la forza necessarie a sopravvivere ad una serie impressionante di ferite, scontri e disavventure.
Ma più che per la sua fama di condottiero e tattico (partecipò alla battaglia di Lepanto come Comandante Generale delle fanterie di Don Giovanni d’Austria), a noi interessa perché lo ritroviamo nel raro libro di Pirro Antonio Ferraro del 1602, “Il cavallo frenato”: uno degli aneddoti citati riguarda proprio Ascanio che all’assedio di Siena si vide ucciso sotto il suo cavallo di battaglia. Era un falbo, famoso per la sua bellezza e l’alto grado del suo addestramento.
Avete voglia di scoprire un altro angolo della città? Venite, i cavalli una volta usciti dal palazzo sono scesi per corso Vannucci e hanno raggiunto l’ex seminario vescovile, dove ha sede l’archivio che custodisce i documenti più antichi della Diocesi di Città della Pieve, il fondo antico della Biblioteca capitolare, i documenti di fondazione e soppressione della diocesi, l’archivio musicale del Duomo e il ricchissimo archivio Canuti, nato da quello privato di monsignor Fiorenzo Canuti.
Un patrimonio ricchissimo per chi volesse studiarlo, tra questi scaffali ci sono le tracce di generazioni e generazioni di pievesi: un giorno torneremo qui con un po’ più di tempo, a compulsare gli antichi e preziosi libri che don Simone Sorbaioli, arciprete e parroco del duomo, ci ha mostrato con tanto orgoglio.
E siamo sicuri che qualcosa legato alla nostra passione lo troveremo anche qui: basti pensare agli inventari di tante famiglie, corporazioni e istituti religiosi….già ci brillano gli occhi immaginando cosa potremmo scoprire, topi di biblioteca che non siamo altro.
Ma è ora di andare verso l’ultima delle chicche che vogliamo farvi scoprire: dobbiamo tornare sui nostri passi e arrivare al Palazzo Vescovile: appena prima dell’elegante e raccolto chiostro, in uno dei locali che furono delle rimesse, c’è la Biblioteca Equestre dell’associazione culturale PieveCavalli: più di 1,000 libri che parlano di equitazione, ippica, sport equestri, allevamento cavalli e ogni branca dello scibile a loro riconducibile.
Riviste, manuali, libri antichi e riedizioni di introvabili classici: tutto a disposizione dei lettori che vogliano avvicinarsi all’argomento, o approfondirlo, in questa che è l’unica biblioteca pubblica e gratuita a tema equestre in Italia.
Ecco, i cavalli sono entrati anche qui: le suorine che abitano al piano di sopra vengono fuori sulla balconata per vedere i cavalli, che da tanti anni non calpestavano questo cortile lastricato di mattoni.
Tutti sono attirati da loro quando li vedono passare, i cavalli hanno il potere di affascinare e coinvolgere chiunque: e seguendoli si può toccare qualsiasi argomento, andare dove vogliamo.
E quando smetterà di piovere rimonteremo in sella, e torneremo a percorrere strade e sentieri di queste colline: tenetevi pronti, tornerà presto il sole.
Voci da Città della Pieve
Le biblioteche? Per il sindaco Fausto Risini sono un patrimonio
“Per Città della Pieve le biblioteche rappresentano un patrimonio librario di circa 52.000 volumi di cui 4000 di fondo antico con vari manoscritti, compresi 2 antichi statuti restaurati. È per noi quindi un grande patrimonio storico e culturale per lo più di tipo monastico quindi con contenuti di carattere religioso e filosofico-giuridico, ma non solo: perché raccontano la nostra storia”.
Luca Marchegiani, assessore alla cultura: ben venga anche una raccolta specialistica
“Città della Pieve ha nell’associazionismo un grandissimo valore aggiunto, che in questi anni ha anche costruito una fitta rete di amici di Città della Pieve. Tante persone venute da fuori si sono integrate e contribuiscono attivamente alla crescita civile e culturale della città, come succede con Pievecavalli, portata avanti da pievesi Doc e anche da oriundi, venuti da fuori. Una delle tante realtà attive che, oltre a diverse altre iniziative importanti per la nostra città, con la sua biblioteca equestre è riuscita a creare un luogo fisico di crescita culturale. Fortunatamente nella biblioteca comunale abbiamo già una realtà forte e radicata, a cui questa di PieveCavalli può dare un ulteriore contributo passando da una raccolta di interesse universalistico come quella comunale ad una fortemente specialistica, come quella di PieveCavalli. Che, per inciso, l’amministrazione comunale spera si integri sempre di più nel tessuto culturale e cittadino così che si possano attivare tutta una serie di attività comuni”.
L’Associazione Culturale PieveCavalli: amici di famiglia
Il legame tra la nostra rivista e questo sodalizio è ormai quello tra vecchi amici: basti pensare che il nucleo principale della sua biblioteca equestre apparteneva a Giorgio Martinelli, storico redattore di Cavallo Magazine e inarrivabile divulgatore di cose equestri. Oltre al presidente Fabio Massoli, una delle colonne di PieveCavalli è l’infaticabile Andrea Possieri, che ha guidato il manipolo di coraggiosi cavalieri sotto l’acquazzone che ha caratterizzato questa giornata pievese: grazie a Luigi Baglioni, Marta Burchielli, Francesco Perugini, Moreno Polverini, Marco Venturini. e ai loro fantastici cavalli.
*Questo articolo è stato pubblicato su Cavallo Magazine nr.398, aprile 2020