Stoccolma, 12 settembre 2017 – Dopo 130 anni è stato scoperto il segreto di una delle 3.000 sepolture vichinghe della città di Birka, in Svezia: quello che si riteneva fosse un importante guerriero, sepolto con due cavalli e tutti i segni del potere delle armi, è in realtà una donna.
Aveva circa 30 anni al momento della morte, era alta un metro e settanta centimetri e si è a lungo ritenuto fosse un uomo perché, contrariamente alle usuali sepolture femminili dove si ritrovano semplici suppellettili casalinghe, in questa tomba c’erano tutti gli oggetti che identificano un capo guerriero: gli scheletri dei suoi due cavalli da guerra sacrificati e sepolti con lei, spada, un’ascia, una lancia, delle frecce, un coltello, due scudi e un kit completo di asticelle e tavoletta su cui si pensa che i capi vichinghi pianificassero le future battaglie.
Ma l’analisi del DNA effettuata durante la ricerca dell’ American Journal of Physical Anthropology ha reso evidente che, almeno in questa regione della Svezia molto ricca ed aperta ai traffici commerciali, la misoginia vichinga che relegava le donne a ruoli subalterni conosceva importanti eccezioni: erano già stati ritrovati scheletri di donne soldato, anche se mai con gli attributi di un vero e proprio capo militare come in questo caso.
C’è da riguardare ai miti norreni delle valchirie con occhi diversi, adesso: il Mago Wagner non ha quindi messo in musica un mito immaginario, quanto un vago ricordo del passato che quegli omaccioni biondi avranno fatto di tutto per cancellare e rendere meno evidente, maschilisti com’erano.
Ma le cose non cambiano poi tanto nei secoli….dove ci sono dei cavalli, state sicuri che trovate anche delle donne.