Cuneo, 20 maggio 2019 – La gente dei Mérens si è ritrovata nella giornata di domenica 19 maggio 2019 per festeggiare 35 anni di passione insieme: tanti sono quelli trascorsi dalla fondazione della Associazione Allevatori Cavalli di Merens, nata nel 1984 grazie all’impegno di un manipolo di precursori che già dal 1977 avevano cominciato ad importare dalla Francia quei piccoli, grandi cavalli morelli che si sarebbero poi adattati così bene alle montagne della provincia di Cuneo.
E se anche il meteo avrebbe potuto essere più amico, la pioggia non ha di certo rovinato l’atmosfera della festa che si è svolta in località Ponte Cross di Frassino, grazie all’ospitalità dell’azienda agricola Dal Bessé.
Mentre alcuni Mérens pascolavano tranquilli nel prato di fronte, bene al riparo dal maltempo i loro allevatori e amici ci hanno ancora una volta fatto sentire, grazie a due colonne storiche del movimento quali Francesco De Matteis e Fortunato Bonelli, quale è la loro cifra caratteristica: cioè l’attenzione alla qualità del rapporto umano.
Così ieri, tra un assaggio e l’altro di prelibatezze locali c’è stato un pensiero per tutti quelli che in questi 35 anni si sono avvicinati al cavallo di Mérens e camminato con lui: per ognuno di loro c’è stata una fotografia incorniciata con dedica e soprattutto un ricordo, il racconto di un momento passato insieme scelto con attenzione perché lo ritraesse davvero come è, o come era.
Perché sono stati davvero ricordati tutti, cavalli e persone: dal primo puledro Mérens portato in Italia tra mille peripezie con un Ford Transit, Kobolt detto il Moro a quei rivoluzionari entusiasti che portarono un cavallo in malga in una valle dove si allevavano solo vacche e si utilizzavano al massimo asini e pochi muli, questi ultimi tutti provenienti dalla vicina Francia perché l’allevamento equino non era tradizionale di queste zone.
Nessuno degli allevatori è stato dimenticato, da Minic in poi: ma nemmeno il signor Bolla che con infinita pazienza ha trasportto i cavalli di quasi tutti con il suo camion, e nemmeno una giornalista che ormai quasi vent’anni fa arrivò da loro la prima volta ed era stata così contenta di un mezzo panino mangiato in compagnia, seguendo la transumanza dei Mérens dal cassone di un pick-up.
E vi posso assicurare che è un regalo – o se volete usare una parola un po’ demodé, un onore – sapere che gente così pensa ci sia qualcosa da ricordare di te.
Infiniti auguri di altri 35 anni di passione insieme, allevatori di Mérens!