Bologna, 7 dicembre – Fino a qualche tempo fa, la Cina era guardata come la nuova frontiera per l’espansione di un mondo equestre bisognoso di allargare i propri confini e orizzonti. Del resto, è da anni che si sa che per incontrare i veri nuovi investitori (alias ricchi) lo sguardo doveva volgere a oriente… Così i più ‘avanti’, i soliti tedeschi, olandesi e più in generare il business equestre del nord Europa, avevano già da tempo mandato in avanscoperta i propri avamposti. Per scoprire – purtroppo per noi – che quello cinese, era e ancora è un mercato piuttosto ostico, poco propenso a farsi blandire dalle lusinghe europee.
Ma poi è subentrata la pandemia e il mondo cinese, da terra promessa si è trasformato (giustamente o ingiustamente) nella patria del virus, congelando di fatto qualsiasi attività.
Ci giunge quindi come lieta la notizia che abbiamo scovato su Cri, acronimo di China Radio International, un canale di informazione e promozione di proprietà del governo cinese da cui abbiamo appreso che un pool di giornalisti stranieri sono stati condotti al parco ecologico dello Xinjiang a Urumqi, che è anche la più grande base cinese di cavalli Han Xue Ma, chiamati anche Akhal-Teke o Ferghana.
La base cinese di cavalli Han Xue Ma è situata sul lato sud del parco ecologico dello Xinjiang, con una superfice di oltre 40.000 metri quadrati. È la più grande e unica base standard, internazionale e completa della Cina che integra allevamento, esposizione, allenamento, competizione, fitness equestre.
La notizia recita anche che, negli ultimi anni, i cavalli allevati hanno vinto numerosi premi in competizioni equestri nazionali e internazionali, dato sul quale – per noi europacentrici – rimangono dubbi da verificare.