Bologna, 20 aprile 2023 – Le parassitosi intestinali rappresentano un problema importante per la gestione e il management di cavalli e asini in quanto possono compromettere il loro stato di salute, quindi, di conseguenza, le performance sportive.
I parassiti più frequenti nei cavalli e asini sono gli strongili intestinali, che si suddividono in due grosse famiglie:grandi e piccoli strongili.
Seppure di minore riscontro, cavalli e asini possono essere infettati da altre specie di parassiti come le tenie, gli ossiuri e gli ascaridi. Questi ultimi hanno un ruolo patogeno principalmente nei puledri di età inferiore ad un anno.
La maggior parte dei parassiti infettano gli equini mediante l’ingestione di un elemento infettante come un uovo o una larva, o dall’ambiente esterno (generalmente il pascolo). È stato dimostrato che all’interno di una scuderia i cavalli presentano gradi di infezione parassitaria diversi e che per gli strongili intestinali. Infatti, Più del 50% dei cavalli sono eliminatori di uova di strongili ma l’80% delle uova di strongili è eliminato solo dal 20% dei cavalli. Ne consegue che all’incirca il 50% vengano incorrettamente trattati o trattati più del necessario.
Per questo motivo, spesso non è necessario sottoporre a trattamento antiparassitario tutti i cavalli o gli asini presenti in scuderia. Con gli esami copro-microscopici quali-quantitativi, che permettono di contare il numero di uova nelle feci (Fecal Egg Count – FEC) ed identificare le specie di parassiti presenti, possiamo individuare all’interno di un gruppo di equidi quelli che necessitano di trattamento.
La FEC, mediante conta delle Uova per Grammo di Feci (UPG), permette di classificare asini e cavalli in tre categorie: bassi, medi ed alti eliminatori.
Alti, medi e bassi eliminatori
I bassi eliminatori rappresentano cavalli ed asini caratterizzati rispettivamente da una FEC di strongili intestinali inferiore a 200 e 300 UPG e non necessitano del trattamento antielmintico che sarà invece effettuato solo per i medi e gli alti eliminatori. Questa strategia di trattamento, che permette di ridurre il numero di animali a cui somministrare il farmaco antiparassitario, viene definita “trattamento selettivo”.
I trattamenti di tipo selettivo, tuttavia, non possono essere applicati ai puledri che richiedono, a causa della presenza di altre forme parassitarie quali gli ascaridi, strategie di trattamento differenti e per questo motivo risulta particolarmente importante eseguire un esame diagnostico al fine di differenziare le specie parassitarie presenti e quindi effettuare un trattamento antiparassitario mirato per ciascuna categoria.
è importante sottolineare che le molecole antiparassitarie disponibili in commercio non sempre sono adatte per il controllo di tutte le specie e gli stadi di sviluppo dei parassiti e proprio per questo motivo la diagnosi parassitologica gioca un ruolo fondamentale nella scelta terapeutica, non esiste uno schema unico per il trattamento dei parassiti degli equini
Inoltre, nell’ottica della One Health è importante considerare che i farmaci antiparassitari una volta somministrati vengono espulsi principalmente attraverso le feci, contribuendo alla contaminazione ambientale dei pascoli con conseguenti ripercussioni sia sulla fauna domestica e selvatica, sia sull’essere umano.
I trattamenti selettivi hanno quindi l’obiettivo di ridurre il numero di animali da sottoporre a trattamento antiparassitario, limitare la diffusione dell’antielmintico resistenza e ridurre la contaminazione ambientale.
Il piano di Assistenza Parassitologica per gli equini
Presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali – Università degli Studi di Napoli Federico II, è stato sviluppato il “Piano di Assistenza Parassitologica Equini – PAPE” che ha come obiettivo principale il controllo delle elmintosi dei cavalli e degli asini offrendo consulenza al medico veterinario ippiatra e quindi ai proprietari dei cavalli, per lo sviluppo di piani terapeutici differenti ed appropriato alle esigenze di ciascun equide. Dal 2018 al 2022, nell’ambito di queste attività condivise con MSD Animal Health, sono stati esaminati 6098 campioni individuali di feci di cavalli appartenenti a scuderie e allevamenti distribuiti sul territorio italiano ed il 78% di questi era caratterizzato da una FEC<200 UPG di strongili intestinali e che quindi non richiedeva la somministrazione di farmaci antielmintici.
Il PAPE può essere sviluppato successivamente ad un monitoraggio diagnostico parassitologico che tenga in considerazione fattori quali l’età degli animali, la densità di allevamento e le variazioni stagionali. Il medico veterinario riveste in questa ottica un ruolo fondamentale nella valutazione clinica di ogni singolo soggetto e nell’interpretazione degli esami di laboratorio.
L’obiettivo del PAPE è quello di trattare meno, unicamente i cavalli ed asini che ne hanno bisogno in quel determinato momento.