Bologna 15 febbraio 2023 – Quando si parla della salute e delle cure veterinarie dedicate ai nostri cavalli (e, più in generale, a tutti i nostri animali) i temi più ricorrenti sono spesso legati al mantenimento o al miglioramento delle performance, quindi a ciò che può essere facilmente visto e misurato.
Ricordiamo tuttavia l’importanza di tutti gli interventi di routine che garantiscono il benessere del nostro cavallo.
La profilassi vaccinale nei confronti di alcune malattie infettive rientra pienamente in questo discorso, con il duplice scopo di proteggere sia il singolo soggetto (in alcuni casi da malattie molto gravi e quasi sempre mortali come il tetano) sia la popolazione di cavalli con cui il singolo viene a contatto (nel caso per esempio di malattie altamente contagiose come l’influenza equina).
Ed è proprio la profilassi contro influenza e tetano quella più diffusa. Ciò grazie anche all’obbligatorietà di tale intervento per poter partecipare a competizioni sportive, fiere, aste e a tutti quegli eventi in cui si ha un raggruppamento di equidi (cavalli, asini, muli).
Influenza Equina (IE)
L’Influenza Equina è una malattia virale altamente contagiosa. Si trasmette principalmente per via aerea tramite aerosol (anche a molti metri di distanza) o tramite strumenti contaminati o persone che fungono da vettori meccanici del virus.
Se da una parte la malattia è solo raramente mortale, dall’altra è caratterizzata da una contagiosità che può arrivare a colpire il 100% dei soggetti presenti in scuderia, con pesanti ripercussioni gestionali ed economiche.
La prassi diffusa di limitare la vaccinazione solo ai cavalli che partecipano alle gare lascia indifesi tutti quei soggetti (ancora troppo giovani o ormai anziani) esclusi dal circuito sportivo e che invece molto spesso rappresentano proprio le categorie più soggette al rischio di sviluppare la malattia.
Un altro aspetto sul quale vale la pena di porre attenzione è legato agli spostamenti dei nostri cavalli, che sempre più frequentemente si trovano a percorrere lunghe distanze, passando diverse ore sul van. Seppur nel pieno rispetto delle normative vigenti, i cavalli a stretto contatto con altri soggetti, in un ambiente chiuso e in una condizione di stress sono esposti alla situazione ideale in fatto di trasmissione di malattie virali a carattere respiratorio!
A complicare il quadro, teniamo presente che su ogni mezzo di trasporto – soprattutto i ‘charter’ da e per l’estero – potrebbero viaggiare cavalli provenienti da diverse scuderie, di cui non conosciamo la storia.
La vaccinazione contro l’Influenza Equina ha lo scopo di ridurre i segni clinici della malattia, nonchè l’escrezione e la conseguente circolazione virale – tutti concetti che purtroppo abbiamo imparato a conoscere bene in questi ultimi due anni a causa della pandemia Covid-19. Associata alle buone pratiche di biosicurezza o semplicemente di buon senso (come ad esempio isolare i soggetti con la febbre o misurare la temperatura corporea per qualche giorno ai cavalli che hanno fatto dei lunghi viaggi e che entrano per la prima volta nella vostra scuderia) essa rappresenta un’arma importante per proteggere la salute dei nostri cavalli.
Tetano
Se fino ad ora abbiamo posto molta attenzione all’importanza della vaccinazione allo scopo di ridurre il contagio e la diffusione di una malattia, nel caso del tetano dobbiamo concentrarci invece sulla gravità dell’infezione, che purtroppo ha quasi sempre un esito letale.
Il tetano è una malattia infettiva causata dal batterio Clostridium tetani che tramite l’azione della sua tossina causa una paralisi spastica con rigidità muscolare generalizzata che porta a decubito e nella quasi totalità dei casi alla morte del soggetto.
Ma come si infettano i nostri cavalli? Questo batterio, per resistere nell’ambiente, ha sviluppato la capacità di trasformarsi in una spora che, dormiente, è normalmente presente nel terreno. Una volta penetrata in una ferita, però, la spora trova le condizioni ideali per riattivarsi.
Il Clostridium tetani è un batterio “anaerobio”, capace cioè di sopravvivere in un ambiente privo di ossigeno, come per esempio nel caso di ferite penetranti, molto sporche, profonde e poco ossigenate. I segni clinici della malattia compaiono diversi giorni dopo il contagio e la terapia è complessa, costosa e quasi sempre inefficace.
Da queste premesse si evince come tutti i cavalli siano a rischio di contrarre il tetano, dal puledro appena nato al cavallo anziano al paddock, con un rischio maggiore per quei soggetti che non sono quotidianamente sotto i nostri occhi, per cui potremmo non accorgerci tempestivamente della presenza di una ferita.
Un consulto tempestivo con il proprio veterinario rimane fondamentale in ogni caso, per una corretta valutazione dell’entità e della gestione del rischio di essere venuti a contatto con spore di Clostridium tetani, soprattutto in caso di soggetti non vaccinati o di cui non conosciamo la reale copertura vaccinale.
Esiste la possibilità di somministrare al cavallo siero antitetanico come misura di emergenza precauzionale, nell’arco di 24 ore circa da quando il cavallo si è ferito. Ma è bene ricordare che la protezione del siero dura circa 2-3 settimane e che risulta invece molto più efficiente, sicuro e conveniente investire nel normale protocollo vaccinale.