Bologna, 27 giugno 2023 – Come abbiamo esposto in un articolo precedente, la West Nile Disease rappresenta una malattia emergente sempre più rilevante per la salute dell’uomo e dei nostri animali.
Quest’anno il virus West Nile (WNL) è comparso prima del solito: a maggio è stato rilevato in zanzare e uccelli selvatici, ovvero i principali serbatoi della patologia. A differenza dell’anno precedente, non sono stati ancora rilevati casi nell’uomo ma, secondo gli esperti, è possibile che la circolazione del virus possa aumentare nelle prossime settimane.
A complicare la situazione il maltempo, che ha colpito l’Italia con le abbondanti piogge e che, in particolare nelle zone alluvionate, ha favorito la formazione di acqua stagnante, terreno ideale di riproduzione delle zanzare.
Per capire meglio la situazione facciamo un ripasso del ciclo biologico della malattia.
La West Nile Disease è provocata da un virus appartenente alla famiglia delle Flaviviridae, isolato per la prima volta in Uganda nel 1937 nel distretto West Nile, da cui prende il nome.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare del tipo Culex, protagonisti del naturale ciclo biologico della malattia.
Il cavallo e l’uomo rappresentano degli ospiti accidentali a fondo cieco, non sono cioè in grado di trasmettere nuovamente il virus.
Dal punto di vista clinico la malattia nel cavallo si manifesta generalmente in modo asintomatico o con un rialzo febbrile, più raramente (circa il 10% dei casi) con sintomi neurologici anche gravi.
A sottolineare l’importanza dell’argomento, ne hanno parlato nel mese di maggio il Corriere della Sera, in un articolo contenente i consigli per evitare l’infezione nell’uomo, e l’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), tramite una comunicazione rivolta agli addetti ai lavori.
Proprio l’ANMVI riporta la circolare del 16 maggio 2023 del Ministero della Salute, nella quale sono riportate indicazioni per evitare possibili trasmissioni all’uomo e agli animali.
In particolare, viene consigliata la vaccinazione degli equidi nei confronti della West Nile Disease soprattutto per i cavalli che vengono movimentati per partecipare alle competizioni sportive nelle aree epidemiologicamente più a rischio.
Sulla base dei dati storici, il picco della circolazione virale si realizza prevalentemente nei mesi di luglio e settembre, motivo per cui le positività per il WNV riscontrate nelle zanzare e negli uccelli a maggio hanno destato preoccupazione.
Fortunatamente, abbiamo tutte le armi a disposizione per contrastare la diffusione di questa malattia. Utilizzando in sinergia la lotta al vettore e la vaccinazione dei cavalli è possibile ridurre la circolazione virale e quindi l’impatto della West Nile Disease sulla salute pubblica, in piena ottica One Health.