Bologna, 31 luglio 2024 – Lo sport italiano sta vivendo un momento eccezionale. La medaglia storica delle Fate nella ginnastica, la straordinaria competitività nell’atletica e nel nuoto, discipline diffusissime a livello mondiale, Sinner numero uno al mondo, il dominio della Ducati e di Bagnaia, la nuova valanga rosa dello sci. Sono caduti tabù clamorosi come nel Sei Nazioni di Rugby, tradizionalmente ingiocabile per l’Italia.
La domanda sugli Sport Equestri
Allora è naturale chiedersi se e quando arriverà il momento degli sport equestri, se ci sono state manchevolezze o solo una crisi di talenti. Perché è indubbio che una medaglia olimpica non è soltanto un momento eccezionale nella vita di uno sport: i nuotatori di oggi sono figli dei trionfi della Pellegrini che aveva portato in piscina decine di migliaia di ragazzini. Così come Tomba è il lontano progenitore dei successi dello sci azzurro. Abbiamo già migliaia in più di saltatori in alto, di velocisti, di tennisti e così via.
L’esempio virtuoso, amplificato all’ennesima potenza dai media, è un propellente senza pari per la diffusione della pratica sportiva. E allora chiediamocelo, senza polemiche, senza strumentalizzazioni, senza toni inappropriati, quando avremo questi successi anche negli sport equestri.
Possiamo farlo, senza violare il nostro impegno di equilibrio ed equidistanza in campagna elettorale, perché i risultati non arrivano da tanto tempo e non può quindi essere solo colpa di questo o di quello ma deve essere un motivo di riflessione fondamentale.
Trovare un Ceccon o un Paltrinieri, un Tamberi o un Sinner negli sport equestri sarebbe davvero cambiare vita. L’Italia ha vinto l’ultima medaglia nel salto ostacoli (oro di Mancinelli, bronzo a squadre) a Monaco nel 1972, poi sono passati 52 anni senza più l’ombra di un podio.
Un passato di successi lontani
L’Italia ha vinto l’ultima medaglia nel salto ostacoli (oro di Mancinelli, bronzo a squadre) a Monaco nel 1972, poi sono passati 52 anni senza più l’ombra di un podio.È stata l’edizione dell’attentato di Settembre Nero contro gli israeliani a Monaco: qualcosa che è ormai nella storia. Dal 1996, anno in cui è stato introdotto l’obbligo della qualifica, la squadra azzurra è quasi scomparsa dalle Olimpiadi, essendovi entrata solo nel 1996 per un ripescaggio e poi ad Atene nel 2004.
Nel Completo l’ultima medaglia è del 1980 con Federico Roman (oro) e l’argento a squadre. Poi siamo scomparsi dai piani alti anche lì. Il dressage purtroppo non ha mai regalato podi all’Italia.
Eppure dal 1972 sono passati dieci tra presidenti federali e commissari: Enrico Luling Buschetti, Giuseppe Cigala, Lino Sordelli, Mauro Checcoli, Cesare Croce, Andrea Paulgross, Antonella Dallari, Gianfranco Ravà, Vittorio Orlandi e Marco di Paola. Alcuni di questi presidenti hanno fatto anche più mandati. C’è stata una infinità di consiglieri federali, cavalli, cavalieri ed amazzoni, decine di migliaia di riunioni, e poi via con i commissari tecnici.
Possibile che sia un caso? No. Alla base del movimento ci deve essere qualcosa che non permette la trasmissione dei risultati, che non consente all’Italia di fare quello che altre nazioni ottengono.
Il confronto con altre Nazioni
L’Italia ha 21 medaglie olimpiche in totale, nella sua storia. La Germania 95, gli Stati Uniti 54, la Svezia 44, la Gran Bretagna 40, la Francia 33. Questo a nostro avviso deve essere un tema del dibattito elettorale. Chi guarda la tv oggi ed è appassionato di cavalli non può non chiederselo e si aspetta che i candidati rispondano a questo interrogativo.
Un tema centrale del dibattito elettorale
L’emotività del momento può portare facilmente invece in altre direzioni: talvolta anche a personalismi e a confronti su temi ristretti. Questo invece è un grande tema che chiunque, anche semplicemente accendendo la tv alla sera, non può non porsi. E per questo nelle interviste che stiamo sottoponendo ai tre candidati ci auguriamo di avere risposte per dare all’Italia ed al movimento equestre quei risultati che la nostra base di praticanti, la qualità di atleti, tecnici e dirigenti, le dimensioni del movimento e del paese meritano e non hanno da ormai mezzo secolo.