Bologna, 3 settembre 2024 – Luigi XIV rispose a Margherita Luisa d’Orleans che una principessa di sangue reale può tornare solo per entrare alla Bastiglia. Viene in mente questa frase, legata all’eleganza intesa come propose Armani, pensando a Sara Morganti, la Regina dei nostri sport equestri, che nella Reggia di Versailles è tornata a regalarci un’emozione infinita chiamata Giochi Paralimpici.
Quattro ori mondiali, due argenti, due bronzi paralimpici, due ori europei, una serie infinita di titoli italiani, Cavaliere della Repubblica insignita da Mattarella, testimonial dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, relatrice in una miriade di eventi ben oltre il perimetro degli sport equestri tra cui l’assemblea dell’Uefa dove solitamente sono celebrati campioni come Ronaldo e Bellingham. Ma noi aggiungiamo anche laureata, sposata, quarta di sei figli, una famiglia e una vita da incorniciare.
Ed è qui che la Regina diventa qualcosa di più. ‘Nonostante le difficoltà voglio dimostrare a tutti che è possibile avere una vita felice e realizzare i propri sogni’ ha dichiarato in una recente intervista. È nel messaggio che Sara Morganti esce dal perimetro olimpico, dagli sport equestri, dal villaggio degli atleti e dalla sua storia personale per diventare la nostra Medaglia d’oro in senso generale. Le è stata diagnosticata la sclerosi multipla a 19 anni, da allora ha vinto tutto. Comunica col sorriso sereno, con la gentilezza naturale, col gesto elegante, con la disponibilità e la sua presenza un messaggio che fa di lei, come diceva Goethe, l’eroe che fa la cosa che può. Sara potrebbe essere additata ad esempio per una lunghissima serie di motivi: la continuità agonistica e di risultati, la professionalità, il coraggio, lo stile, la forza di non cambiare mai, nonostante i successi e l’altalena della vita, l’esempio, la disponibilità.
«Io non credo nella diversità – ha detto -, ma nella varietà». Un concetto sul quale costruire non un convegno o una lezione di educazione civica ma la nuova architettura mondiale di rapporti e di simbiosi tra stati, nazioni e popoli.
È facile, come diceva Flaiano, salire sul carro dei vincitori e schierarsi compatti a tifare per questa atleta straordinaria che riempie di orgoglio tutta la nostra community. Ma non è solo questo. Sara è l’alleata più forte di chi inizia in salita una nuova vita. È l’esempio con i fatti e non con le parole che impossible is nothing. È la testimone in carne e ossa di un mondo che è finalmente aperto e più inclusivo, se ancora non possiamo dire che sia anche più giusto ed equo.
Sara è la capofila di un movimento che è già all’avanguardia per molti motivi, non ultimi la parità tra donne e uomini, tra bambie e bambini, la sensibilità verso il cavallo come partner paritetico di qualsiasi esperienza, l’attenzione per la sostenibilità, la natura, l’ambiente, la vita all’aria aperta ed il benessere. Sara porta più avanti questa frontiera, facendo del suo messaggio una lezione di vita. Una lezione per tutti.