Milano, 30 giugno 2018 – Un caldo già quasi torrido: è quello che ci aspettiamo dall’estate, croce e delizia di stagione oltre che inesauribile argomento di conversazione.
Ma giusto per variare un po’ quest’ultima evitiamo di lamentarci troppo e facciamo girare le chiacchiere attorno a quello che può essere utile per i nostri cavalli.
La loro alimentazione, ad esempio: cosa dobbiamo cambiare nel menù di scuderia quando il caldo si fa sentire davvero?
Ne parliamo con Giovanni Biglietti, medico veterinario e chirurgo specializzato in gastroenterologia equina e responsabile sanitario della Clinica Veterinaria Piola di Pozzolo Martesana, in provincia di Milano.
«In realtà non dovremmo cambiare nulla» esordisce il dottor Biglietti, «sono piuttosto conservatore. Ogni cambiamento nell’alimentazione dei cavalli è sempre da affrontare con gradualità e la cosa cui dobbiamo stare più attenti in estate è che il cavallo beva: molto spesso quando c’è troppo caldo o troppo freddo i cavalli non lo fanno a sufficienza, quindi teniamoli d’occhio.
Poi è indispensabile integrare la loro alimentazione con sali minerali: non necessariamente durante i periodi di sforzo intenso, è molto meglio fornire elettroliti quotidianamente e in modo sistematico. Infine occorre prestare moltissima attenzione alle fermentazioni che il caldo può innescare negli alimenti e che potrebbero causare coliche, alterando il ph intestinale e la flora batterica: i fieni insilati ad esempio con le alte temperature si degradano prima, gli stessi mangimi con alte componenti di grasso e crusca tendono ad irrancidirsi. Quindi la crusca o la diamo immediatamente appena arrivata, o è meglio addirittura astenersi; stesso discorso per l’avena bagnata, darla immediatamente al cavallo perché umida fermenta velocissimamente.
Quindi la ricetta per l’estate è: un buon mangime e tanto bel fieno che abbia riposato almeno 40 giorni. Non fatevi tentare da un primo taglio ancora poco stagionato, da evitare assolutamente l’erba tagliata e somministrata 2/3 ore dopo: anche questi potrebbero causare problemi, l’erba per il cavallo va benissimo se la bruca da sé (nelle ore in cui è asciutta, non umida di rugiada) o se gliela portiamo non appena sfalciata.
Per chi ama dare i pastoni ai cavalli è meglio scegliere quelli liofilizzati; nel tempo necessario a raffreddare il mash adesso si innescherebbe il temutissimo processo di fermentazione, esponendoli al rischio di coliche.
Per il resto via libera a carote e catalogna: queste vanno sempre bene in ogni stagione mentre le mele sono troppo zuccherine, meglio riservarle a prelibatezza da centellinare».
Quando andiamo a tavola?
I concetti di base non si ripetono mai abbastanza, anche quelli che riguardano l’alimentazione: dottor Biglietti, come funziona l’apparato digerente del cavallo?
«Il cavallo è un animale erbivoro monogastrico, con una capacità di fermentazione e digestione della fibra vegetale solo parziale rispetto a quella propria dei ruminanti perché non possiede il rumine. Nel cavallo la fermentazione e digestione della cellulosa avviene in modo non perfettamente efficiente all’interno del cieco, grazie all’azione dei batteri in esso contenuti.
In libertà il cavallo si alimenta continuamente nelle 24 ore e non ingerisce solo erba, ma anche qualsiasi alimento di origine vegetale gli assicuri varietà così da poter assumere tutti i tipi di nutrienti, vitamine e minerali di cui necessita.
Mentre lo stomaco degli altri monogastrici normalmente produce acido in corrispondenza dei pasti ed appena terminata l’assunzione di cibo la produzione si interrompe, nel cavallo lo stomaco produce acido cloridrico in continuazione a prescindere dall’assunzione di cibo, così come il fegato riversa continuamente la bile prodotta all’interno del duodeno.
Per questo è importante dare la possibilità al cavallo di avere sempre a disposizione foraggio di buona qualità all’interno del box, soprattutto oggi che solo raramente viene utilizzata buona paglia di frumento per lettiera, alla quale il cavallo può attingere tra un pasto e l’altro”.
Ecco quindi un piccolo vademecum per i pasti di scuderia:
Il fieno: almeno 8/10 chilogrammi al giorno suddivisi in tre volte, l’ultima alla sera in modo che non sitano mai tropo tempo senza mangiare nulla nel box. Un po’ di fieno un’oretta prima dell’attività difende lo stomaco del cavallo dall’azione degli acidi durante il lavoro.
Il mangime: la quantità e il tipo cambiano a seconda dei soggetti e dell’attività, ma mediamente possiamo considerare 4 chilogrammi di mangime al giorno suddivisi in due pasti; il mangime è da somministrare dopo il fieno, per evitare che venga letteralmente spazzato via da quest’ultimo senza che l’apparato digerente abbia il tempo di assimilarlo a dovere. Il mangime va dato dopo l’attività sportiva o l’impegno fisico.