Bologna, 19 aprile 2022 – Tra le tante cose su cui possiamo risparmiare nella routine di scuderia, ce n’è una che invece non ammette deroghe. Si tratta della salute del nostro cavallo.
È il primo e fondamentale impegno su cui si basa la nostra relazione con lui. Nel momento in cui l’abbiamo portato a ‘vivere’ vicino a noi, con le nostre regole, ci siamo assunti l’implicito obbligo di provvedere, nel miglior modo possibile, al suo benessere.
Una corretta routine vaccinale calza come un guanto a questo fondamentale principio.
Parliamo di influenza
Una delle patologie più diffuse, comuni e trasmissibili è l’influenza. Considerata la più banale delle malattie, nei cavalli è particolarmente trasmissibile.
L’influenza equina, conosciuta come EI, è causata da due sottotipi di virus influenzali del ceppo A, l’H7N7 e l’H3N8 ed è della famiglia degli orthomyxovirus.
Si tratta di un virus respiratorio che può interessare cavalli di tutte le razze ed età e si diffonde per contatto o per inalazione dei droplet in sospensione nell’ambiente.
I sintomi che si osservano in un cavallo con l’influenza vanno dalla febbre alla tosse, dallo scolo nasale a uno stato generale di debolezza. In alcuni casi si osservano gambe gonfie e inappetenza.
Generalmente non ci si trova di fronte a una malattia da considerarsi grave. I sintomi appaiono dopo 1-3 giorni dall’esposizione al virus e, nella maggior parte dei casi, si attenuano in pochi giorni fino a sparire. Però bisogna sapere che il sistema respiratorio può impiegare settimane, a volte perfino mesi, a guarire completamente dall’infezione causata dal virus. Non si deve dimenticare che l’influenza può aprire la porta a complicanze che possono manifestarsi con una sintomatologia respiratoria più severa causata, ad esempio, da polmoniti batteriche secondarie. In questo caso le terapie di prolungano nei tempi e l’esito non restituisce sempre la medesima efficienza respiratoria del cavallo, cosa che ne diminuisce le performance atletiche.
I soggetti che esibiscono segni clinici più evidenti sono i giovani (1-5 anni) e i non vaccinati. Nei puledri, l’influenza è più pericolosa e può determinare l’insorgenza di polmoniti anche molto gravi.
Come difenderci
L’influenza nei cavalli è considerata endemica in gran parte del pianeta, proprio in virtù dell’alta trasmissibilità e per lo stesso motivo, le principali federazioni (nazionali e internazionali) hanno reso da tempo obbligatorio una routine vaccinale per tutti i cavalli che partecipano a gare ed eventi di ogni tipo.
È parere unanime che la migliore risposta contro l’influenza equina sia la prevenzione. Ovvero il vaccino. Che allontana il rischio dalle forme più severe e comunque offre una buona protezione nonostante i ceppi virali influenzali si modifichino di stagione in stagione. Esattamente come accade con l’influenza che ci riguarda più da vicino.
Attualmente in Italia i vaccini disponibili per l’influenza sono bivalenti, coprono cioè tanto il tetano (da non sottovalutare mai!) quanto influenza. Nel caso di cavalli sportivi la vaccinazione antinfluenzale, come si accennava, è obbligatoria. Secondo la routine prevista, va registrata sui documenti del cavallo che deve riportare tanto la vaccinazione di base, quanto i richiami. Il primo a distanza di un mese, il terzo a distanza di 6 mesi. Dopo la vaccinazione iniziale con i relativi richiami, i cavalli devono essere sottoposti a richiami annuali o semestrali (Fei).
È importante rispettare un crono-programma vaccinale affinché non ci siano ‘finestre’ scoperte, magari proprio in quelle stagioni in cui il virus circola con maggior vigore.
Da non trascurare
Accanto al piano vaccinale – che sarebbe utile organizzare in una prospettiva di scuderia – l’altro asso nella manica che possiamo giocare a favore della salute del nostro cavallo sono le misure di bio-sicurezza e igiene elementari.
- Evitiamo di scambiare spazzole o stracci per la pulizia: sono veicoli eccezionali
- Laviamoci le mani spesso affinché non siano l’inconsapevole veicolo da un ‘muso all’altro’
- Cerchiamo di isolare i soggetti che mostrino possibili sintomi
- Puliamo sempre accuratamente beverini e mangiatoie
- Se non siamo certi della condizione del nostro cavallo, evitiamo di portarlo in ambiti in cui ci sia promiscuità
Dopo la vaccinazione è prassi comune riservare al cavallo un paio di giorni di lavoro più leggero per non mettere sotto stress l’organismo. Infine, in merito alla tipologia di vaccino, il consiglio è sempre lo stesso: lasciamoci consigliare dal veterinario che lo somministrerà. Nessuno più di lui saprà consigliarci quello più adatto al nostro cavallo.