Asti, 9 settembre 2017 – Buone notizie da Asti e “Preferisco avere ragione che essere coerente”, come diceva Winston Churchill: d’ora in poi lo potranno dire anche il Ministro Lorenzin e il dicastero della Salute, che dopo una lunga discussione hanno convinto il Comune di Asti a rinunciare ai Purosangue Inglesi per il proprio palio che verrà corso il prossimo 17 settembre nella difficile piazza della cittadina piemontese.
Piazza, non pista, che è questo il problema quando si parla di palii e cavalli più o meno di sangue: in una pista regolare (o simile) i cavalli Purosangue Inglesi possono sviluppare tutta la loro velocità nel modo più sicuro possibile.
Mentre su un percorso meno adatto il rischio di incidenti e conseguenti fratture è molto più alto – non per la fragilità dei PSI, che sono fatti di materiale selezionato per resistere ad allenamenti e sforzi durissimi ma per la sua morfologia che è fatta per un altro tipo di condizioni, più adatte ad un cavallo tendenzialmente mesomorfo come dovrebbero essere i Mezzosangue.
Pastorali più corti, baricentro più basso, diametri maggiori ed una velocità più contenuta li rendono più adatti a cavarsela in questo tipo di corse non sviluppate su percorsi regolari in pista – Palio di Siena docet, che i rischi purtroppo non sono annullati ma diminuiti sicuramente sì.
Sarebbe interessante cercare di capire perché ad Asti invece ci si debba intestardire sul PSI in piazza anzichè il Mezzosangue, sempre più che nevrile e soddisfacente dal punto di vista dell’interesse sportivo: “L’amministrazione ha fatto tutto ciò che era possibile fare – dice il sindaco di Asti Rasero – ora è il momento di mettere da parte la delusione e le lacrime e pensare a organizzare l’edizione del cinquantesimo. Vediamolo così: per festeggiare ci siamo fatti la sorpresa di una corsa insolita con i mezzosangue. I puri sono la ciliegina sulla torta che sarà comunque bellissima e avrà tutti gli altri ottimo ingredienti che contraddistinguono la nostra manifestazione. Non corriamo con i puri per il capriccio di qualcuno, al ministero dell’agricoltura c’è chi ci vuole molto male e i tecnici hanno fatto di tutto per ostacolarci: il palio di Asti resta una corsa di esemplari puri e dal lunedì 18 inizieremo a lavorare per garantire che così si svolga la corsa del 2018“.
L’anno scorso ad Asti beneficiarono di una finestra temporale di 15 gg. (proprio quelli del suo Palio, ma vé…) nel Decreto publbicato sulla Gazzetta Ufficiale che vietava i PSI nei palii; quest’anno il MInistero della Salute ha tenuto fede ai principi del benessere animale e ha rilevato che “il circuito di Asti per le proprie caratteristiche morfologiche e tipologiche non presenta i requisiti minimi per l’assimilazione agli impianti idonei alle corse di galoppo e come tale è destinato all’utilizzo di cavalli mezzosangue sempre con le dovute migliorie tecniche“.
Bene, bravo Ministero della Salute che, dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle modifiche all’ordinanza che regola il tipo di cavalli che possono partecipare a quintane e corse storiche ha tenuto giustamente testa ad una controparte posizionata su tutt’altre convinzioni.
Purtroppo.
Riportiamo integralmente una nostra notizia dello scorso maggio 2016 sugli incidenti di Asti:
“Chiuse le indagini della Procura di Asti sul palio della cittadina piemontese, 21 gli indagati per maltrattamento agli animali: erano cominciate prima della edizione 2014 e sono state condotte da Carabinieri e Asl. Dai prelievi allora effettuati sulsangue e crini dei cavalli che partecipavano alla carriera si è evidenziato che erano stati loro somministrate sostanze proibite in corsa.
Da notare che tali indagini preventive erano partite dalla precisa volontà della Procura di Asti di controllare la salute dei soggetti che dovevano partecipare ad uno dei palii più discussi della penisola: ricordiamo la morte di Mamuthones (incitato dal suo proprietario e fantino Jonathan Bartoletti prima della caduta del canape, sul quale Mamuthones è poi inciampato rompendosi l’osso del collo nel 2013) e quella di Davide Umberto, al secolo Doctor Cini, abbattuto dopo la corsa del settembre 2015 dove si era procurato una frattura al posteriore destro.
Doctor Cini, nato in Irlanda nel 2008, pur essendo un Purosangue Inglese e quindi escluso dalla partecipazione ai palii storici secondo il regolamento Mipaaf correva in piazza sotto falso nome: è stato il quattordicesimo cavallo a morire in piazza ad Asti.
La notizia del suo abbattimento era stata tenuta nascosta“.
Qui la notizia originale