Bologna, 11 aprile 2023 – Per molti anni, anzi per secoli è stata la soluzione più scontata per gli equini al servizio dell’uomo.
Quando il cavallo era necessario in qualità di veicolo e forza motrice era indispensabile fosse vicino al momento del bisogno, e per così dire ‘pronto all’uso’ in una apposita scuderia attigua alla casa.
Dalle poste per i cavalli di servizio agli ‘stallini’ in cui tante famiglie di agricoltori tenevano il cavallo di casa i parametri erano più o meno gli stessi.
I cavalli lavoravano già tante ore al giorno, se c’era un problema non era certo quello della mancanza di movimento quanto quello di farlo riposare bene quando gli era possibile.
Di qui l’accuratezza con cui, di norma, si istruiva il personale di scuderia sul come preparare una lettiera perfetta (le famose sette passate di paglia col forcone ogni mattina…), alta, pulita e soffice e la meticolosità con cui si manteneva il più pulito possibile l’ambiente.
Oggi, al posto delle trecce di paglia ai pilieri delle poste e del blasone della casa disegnato sul pavimento con sabbia e mascherine, la cura anche formale è posta magari a pavimentazioni antisdrucciolo, pareti a prova di calcio, divisori dei box che lascino almeno la possibilità ai cavalli di vedersi tra loro e non li chiudano in una scatola senza possibilità di distrazione.
Fondamentale la tipologia di lettiera scelta.
Che sia la tradizionale in paglia (sempre ottima e molto confortevole per il cavallo, quando ben gestita) piuttosto che la comune in truciolo ventilato, quella in torba o in cocco o in pula di riso l’importante è che sia mantenuta sempre pulita, vengano tolte le fiante e il materiale sporco spesso.
Così che il cavallo abbia un luogo confortevole dove sdraiarsi, e riposarsi dalle fatiche dello sport.
Beverini puliti e funzionanti, ottima aerazione ma la possibilità di evitare riscontri d’aria, tranquillità e personale ben istruito che gestisca i cavalli con attenzione e meticolosità.
E’ il minimo sindacale da garantire a chi, per nostra comodità, costringiamo a una vita decisamente non naturale.
Perché i cavalli si adattano a tutto, amano la compagnia dell’uomo e lavorano con entusiasmo per noi se lo chiediamo con le buone maniere.
Ma per guardarci allo specchio senza arrossire dobbiamo ricambiare con il nostro tempo, la nostra attenzione e il nostro affetto quello che togliamo loro della vita coi propri simili.
Quindi movimento garantito e costante per i cavalli che abitano in scuderia: lavoro montato, ore di paddock, giostra per sgranchire le gambe e perché no uscite a mano di piacere.
Ma che sia, come si dice per i bambini dei genitori che lavorano, tempo di qualità.
Vantaggi?
Non avrete mai il cavallo sporco di fango, sarà più facile tenerlo pulito, non avrete l’angoscia che si procuri lesioni, graffi o ferite al paddock.
Svantaggi?
Perché non ne risenta dal punto di vista psicologico dovrete impegnarvi: dargli tempo, dargli lavoro, dargli distrazioni, dargli movimento.
Altrimenti ne soffrirà: e allora porte del box aperte a tic di scuderia, caratteracci irascibili, reazioni imprevedibili, cattive e pericolose abitudini.
A domani per Il benessere del cavallo for dummies nr. 7: Monolocale vista paddock!