Bologna, 21 giugno 2024 – Caldo: che si chiami Caronte, Minosse, Cerbero poco importa. Quello che conta è quanto sale la colonnina di mercurio e come il meteo arriva a influire pesantemente sulla nostra condizione e su quella ancora più esposta dei nostri animali.
Sì perché se alla peggio noi possiamo rifugiarci al centro commerciale e usufruire dell’aria condizionata, i nostri cavalli questa alternativa non ce l’hanno.
E allora ecco che per evitare loro il peggio, siamo noi a dover intervenire.
Secondo i meteorologi, l’estate 2024 sarà almeno 1 o 2 gradi (valore medio) più calda di quelle passate. Le masse d’aria calda che provengono dal Nord Africa saranno responsabili di temibili ondate di calore e ancora più pericolosi eventi temporaleschi. E mentre fino a pochi anni fa era agosto il mese ‘hot’, quest’anno tanto giugno quanto luglio promettono temperature altrettanto elevate.
H2O: la prima risorsa
Per aiutare i nostri amici a combattere la calura, la prima vera arma a disposizione è l’acqua. L’abbeverata non deve mai mancare. Né in box, né al prato.
In secondo luogo, ciò che può davvero fare la differenza è la gestione del cavallo. La permanenza in box o al paddock a seconda dell’orario, il tipo e la programmazione del lavoro nella giornata, la geolocalizzazione stessa del luogo in cui lo custodiamo e – ma questa non è certo una misura da mettere in atto in condizioni emergenziali – la concezione della scuderia, dalle finestre agli alberi che sarebbe opportuno la ombreggiassero.
E se tutto ciò non fosse abbastanza, dobbiamo sapere cosa e come fare se il nostro cavallo mostra di accusare il caldo in modo eccessivo. In pratica, dobbiamo sapere come comportarci mentre aspettiamo che il veterinario ci raggiunga nel caso ce ne sia bisogno.
Come sempre quando si tratta del benessere del cavallo e in questo caso del caldo, la prima indicazione è non affidarsi al sentito dire. Ci sono in giro un sacco di ‘fake’ e fidarsi può significare non aiutare affatto il nostro cavallo in difficoltà.
Si dice che…
È pericoloso bagnare il cavallo che soffre di caldo con acqua fresca
Falso. L’applicazione ripetuta di impacchi d’acqua fresca per uno-due minuti in condizioni di caldo umido è l’approccio migliore per far scendere la temperatura in quanto aiuta il processo di evaporazione che toglie il calore dal corpo del cavallo.
Il cavallo va sempre steccato dopo la doccia per evitare che gli si ‘scaldi’ l’acqua addosso
Falso. Semmai l’acqua che rimane nel mantello ed evapora più lentamente aiuta a dissipare il calore. Una volta che il cavallo è asciutto, può ricominciare a percepire il calore e… nel caso, un’altra doccia fresca ci sta!
Mettere un asciugamano bagnato sul cavallo aiuta il raffreddamento
Nì… Nell’immediato l’asciugamani bagnato rinfresca, ma il cavallo dissipa il calore del corpo attraverso la sudorazione. Che viene impedita proprio dall’asciugamano bagnato se viene lasciato a lungo sul corpo del cavallo.
La prima contromisura naturale: il sudore
Per dissipare il calore del corpo, il cavallo ha a propria disposizione uno strumento naturale eccezionale: sudare.
Il sudore, evaporando sul mantello, attenua il calore e fino a quando il cavallo riesce a sudare, la termoregolazione è in qualche misura garantita.
Da qui la necessità di lasciare sempre abbondante abbeverata a disposizione e integrare la perdita dei sali che vengono ‘consumati’ attraverso il sudore.
Tenendo conto di ciò, il lavoro a cui sottoponiamo il cavallo in presenza di grande caldo va valutato attentamente. L’uso sollecitato della muscolatura è una sorta di fonte interna di calore, che se unito alla canicola, potrebbe mettere in crisi l’organismo. Quindi, massima attenzione per quanto e quanto… In fondo, anche al mattino prestissimo (prima che sorga il sole) si possono fare delle passeggiate. O è perfino più piacevole anche per noi lavorare in maneggio verso sera. Così da lasciare il cavallo tranquillo nelle ore più calde.
E se fa davvero caldo caldo caldo… Evitiamo di lavorare del tutto. Prendiamoci e diamo al cavallo una giornata di pausa. Evitermo un sacco di problemi.
Estremo all’incontrario
In questo pazzo cambiamento climatico, anche da noi abbiamo imparato che i temporali improvvisi possono essere dannosi quanto il super-caldo con cui si alternano.
Il primo problema sono i fulmini. I cavalli sono di norma ferrati e quindi non godono di alcun isolamento. In piena campagna o sotto un albero possono essere lo sfortunatissimo target delle scariche elettriche che si verificano durante i temporali.
Essere colpiti da un fulmine non è un fatto frequente ma il fatto che molti cavalli si spaventino durante i temporali lo è di più. E ben sappiamo che quando il nostro amico si fa prendere dal panico fa le cose più pericolose per sé e per gli altri.
Quindi, se è in arrivo la ‘tempesta’ – seppur estiva – il cavallo quando possibile va fatto rientrare in scuderia.