Torino, 4 aprile 2017 – Avrebbero massacrato di botte un loro dipendente, stalliere ed istruttore di equitazione, ‘reò di aver chiamato le guardie zoofile, lo scorso 16 febbraio, e una troupe di «Striscia la Notizia» per un’ispezione all’interno del maneggio. L’uomo, 52 anni, italiano, è stato salvato soltanto dal suo svenimento, mentre i carabinieri hanno arrestato i titolari del maneggio di frazione Carolina di Caluso, nel cuore del Canavese: Salvatore Cervelli, 63 anni, e Camilla Cassina, 29. Lesioni, sequestro di persona e tentata estorsione le accuse nei loro confronti. La violenta aggressione lo scorso 3 marzo, il giorno dopo la messa in onda del servizio sul tg satirico, in cui venivano descritti presunti maltrattamenti ai cavalli. I due titolari hanno atteso lo stalliere al lavoro, come ogni giorno, poi lo hanno immobilizzato, appeso per i piedi e bastonato selvaggiamente per almeno tre ore. Oltre a spezzargli le braccia, i due aguzzini gli hanno anche torto le mani e hanno minacciato di tagliargli le dita. La vittima è stata slegata soltanto quando ha perso i sensi. Poi, per essere sicuri che non raccontasse nulla ai medici, lo hanno accompagnato al pronto soccorso di Chivasso dal quale, dopo il ricovero, è stato dimesso con una prognosi di quarantacinque giorni. La sua versione dei fatti, «sono caduto dalle scale», non ha convinto i medici del nosocomio chivassese che hanno segnalato il caso ai carabinieri. Messo alle strette dai militari, a due settimane dal pestaggio, lo stalliere ha raccontato nei minimi dettagli l’aggressione. Nei confronti del titolare del maneggio, tra l’altro, è già stato aperto nei mesi scorsi un altro procedimento penale per violenza. Le indagini dei militari dell’Arma, comunque, non si sono ancora concluse. Nel corso della lunga perquisizione effettuata a Caluso, gli investigatori hanno scavato nei terreni attorno alla struttura. C’è il sospetto che numerose carcasse di cavalli siano state smaltite in modo illecito. Sono stati trovati all’interno delle stalle, invece, 37 animali vivi, documenti e numerosi farmaci scaduti, oltre a uno strumento per somministrare scariche elettriche agli stessi cavalli. E c’è anche l’ipotesi che nel retro del maneggio venissero bruciati rifiuti con conseguente danno all’ambiente. Le inchieste aperte dalla procura di Ivrea sono quindi due: una sulla gestione dei cavalli e sullo smaltimento dei rifiuti, l’altra sulla detenzione di due carabine modificate (sequestrate nel sopralluogo del 16 febbraio) e sul pestaggio dello stalliere. Gli arresti sono avvenuti in collaborazione con il personale del nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale dei carabinieri di Torino. Nel primo blitz di febbraio, scattato grazie alla segnalazione di un’appassionata di equitazione, le guardie zoofile avevano invece sequestrato due cavalli, con evidenti segni di torture provocati da scariche elettriche, medicinali scaduti o illegali, tre bastoni collegati a batterie elettriche e due coppie di speroni elettrificati. (ANSA)